Ve li ricordate i tempi cupi e malinconici di Sere nere ? Il ritmo cantilenante post-anni novanta di Xdono ? Ecco, dite addio a questo Tiziano Ferro. Il cantante di Latina torna nel 2011 a farsi sentire col quinto disco in studio, L’amore è una cosa semplice, ma questa volta lo fa mettendo da parte quel lato introspettivo e intimista che lo ha consacrato ai vertici della musica Pop nostrana: del resto l’idea di un Tiziano più rilassato, forse per essersi scrollato di dosso non pochi fardelli, prende forma già dal titolo dato all’album – venendo poi confermata nella traccia omonima, una ballata il cui messaggio in sintesi è: non complicatevi la vita.
C’è tanto r’n’b nel disco, dalla traccia d’apertura Hai delle isole negli occhi alla collaborazione con un redivivo John Legend in Karma, che di questo disco è il sigillo finale. La semplicità, che sembra essere il filo conduttore dell’intero lavoro, ispira anche la componente musicale: vengono messi da parte per lo più gli elementi di elettronica che avevano condizionato le sue ultime fatiche a favore di un approccio più lineare e minimalista, mentre viene conferito pieno risalto a quella voce calda e profonda che è a tutti gli effetti il marchio di fabbrica del Ferro, che a tratti però si cimenta in inedite parti ritmate – ne è prova il singolo La differenza tra me e te.
Questo disco lascia spazio anche a qualche sorta di sperimentazione: nella canzone Paura non ho, l’autore per la prima volta si fa interprete, eseguendo un brano non di sua produzione, ma scritto appositamente per lui da Irene Grandi, in TVM si ha una chiara vicinanza coi ritmi della Bossanova, che lui stesso ha citato tra le influenze musicali su cui poggia il disco, e come non citare l’inedita riproposizione del brano La fine, di Nesli, che il cantante ha sempre particolarmente apprezzato. Insomma, a tutti gli effetti un cd completo, che tocca aspetti della musica notevolmente distanti tra loro senza per questo perdere la propria identità: una solida conferma per Tiziano Ferro, che in un ambiente (quello Pop) dedito a sempre più frequenti movimenti da banderuola, sa proprio di conquista.
Andrea Suverato