Eleventh Hour nascono nel 2014 dalla mente del chitarrista Aldo Turini, che si è avvalso della preziosissima collaborazione di Alessandro Del Vecchio per la composizione dei dieci brani che costituiscono “Memory of a Lifetime Journey”. Lo stesso Del Vecchio dietro al microfono ci regala emozioni a non finire, amalgamando alla perfezione la sua voce al resto degli strumenti.
Il disco parte con una potentissima doppietta decisamente metal, composta dall’opener “Sunshine’s Not Too Far” e dalla successiva “All I left behind”. I toni si fanno subito più pomposi e meno diretti quando si arriva all’epica “Jerusalem”, che parte a razzo ma ci mette presto di fronte al lato più progressive-rock della band. La successiva “Back to you” è una ballata mid-tempo perfettamente riuscita, seguita immediatamente dal lentone da pelle d’oca “Sleeping in my Dreams”, con tanto di archi ed un duetto strepitoso con l’ottima soprano Susanna Carboni, che ci delizierà nuovamente nella strepitosa “Here alone” che chiude un disco molto vario, mai banale né noioso, e che mette in mostra una band dalle enormi capacità.
Gli Eleventh Hour non sono solo melodia e sinfonia, e in brani come “Reqiem for a Prision” e “Island in the Sun” tornano a cavalcare come in apertura del disco, dando spazio alla sezione ritmica e al riffing più graffiante, senza tuttavia lasciare da parte la vena progressive che ammanta l’intero lavoro.
Un esordio da non perdere quindi, un disco da ascoltare più e più volte, colmo di mille differenti sfaccettature, tutte da scoprire ed apprezzare. Un lavoro che non vi stuferà e che rimarrà nelle vostre playlist per molto molto tempo.