La seconda prova in studio degli Exist Immortal, “Breathe”, è un disco che lascia il segno. Il fiore all’occhiello della band è il vocalist Meyrick de la Fuente, che passa dal growl al clean con una scioltezza disarmante (vedi per esempio, “Follow Alone”).
Il paragone con i Tesseract dei tempi di Ashe O’Hara sorge spontaneo, e anzi, mi viene da dire che per certi versi gli Exist Immortal siano ancora più vari e strutturati. Ma il rischio, quando c’è tanta carne succosa al fuoco, è perdere il focus e non avere una direzione ben chiara in testa.
Forse al prossimo giro, se i Nostri avranno il coraggio di buttarsi a pesce nel prog, lasciandosi alle spalle il -core, abbandoneranno il growl e i pezzi più tirati, del tutto ininfluenti nell’economia di un album come “Breathe”. Staremo a vedere.