Exumer – The Raging Tides

Exumer-The-Raging-Tides-recensione

Allora funziona così. Da qualche tempo a questa parte, una vecchia gloria della scena thrash anni ottanta butta fuori un disco dell’iper-madonna. Quest’anno tocca agli Exumer, che con “The Raging Tides” mettono sin da ora una buona ipoteca al trono di album per tardoni rincoglioniti col giubotto con le toppe abbondantemente over-30.

Se Mustaine già ci ha sorpreso (ed era tutt’altro che scontato), il nostro bisogno di underground viene saziato ora anche dal ritorno nei negozi dei tedesconi di Mem V. Stein e Ray Mensh che, con una serie di riffoni classicissimi e un carico di cazzimma non indifferente, pubblicano un lavoro devastante e in your face com’è giusto che sia.

Fa niente se i riff vi ricordano “Arise” o “Mad Butcher” o ancora “Hell Awaits” e quant’altro. La sostanza è che c’è tanta velocità e tanta aggressività, di quelle che piacciono a chi mette ancora le scarpe da ginnastica bianche e ha la cartuccera in vita. Sì ok, casi umani, ma una volta ogni tanto fa bene anche a noi godersi del tupatupa ben fatto da chi ha gli anni giusti per sapere come suonarlo nel modo giusto.

Tra le bonus tracks, tra l’altro, c’è anche “Hostage To Heaven”, pezzo clamoroso dei Grip Inc. (sì quelli in cui suonò Lombardo uscito dagli Slayer nei Novanta) coverizzato dagli Exumer per far contento il produttore Waldemar Sorychta. Buona occasione per riscoprirsi quel “Power Of Inner Strength” che molto probabilmente nessuno conosce abbastanza.

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