Ci sono diversi modi di tornare in scena. C’è a chi piace lasciare indizi, stuzzicando i palati prima della portata principale, oppure chi preferisce l’ingresso con il botto, condito da effetti speciali e da molto rumore. C’è anche chi riesce sollevare un polverone mediatico con un ritorno a sorpresa, proprio quando nessuno se l’aspettava. Il ritorno di Feist invece è uno di quelli in punta di piedi: dopo sei anni dall’ultimo album “Metals”, la musicista e cantautrice canadese Leslie Feist torna alla ribalta con “Pleasure”, anticipato dal singolo omonimo e da “Century”, in collaborazione con Jarvis Cocker dei Pulp.
Sembra passato un secolo da “Metals” e sei anni sono tanti sia nella vita di un’artista che quella di un qualsiasi essere umano: “Pleasure” è inevitabilmente un lavoro di introspezione, una riflessione sulla solitudine e sul rapporto con gli altri contemporaneamente.
Al primo ascolto si nota subito il marchio che caratterizza il nuovo album di Feist: il sound di “Pleasure” è grezzo, ruvido. La sua forza sta nel minimalismo e nell’essere essenziale, denudato dal protagonismo del piano di “Metals” e degli elementi orchestrali che rendevano dense le tracce. “Pleasure” è un viaggio intimo, la descrizione in accordi di uno stato d’animo.
Leslie Feist torna quindi in scena senza fare troppo rumore: le prime note di “Pleasure”, l’omonimo brano, emergono dolcemente dal silenzio seguite dalla chitarra in un crescendo continuo. Chitarra e voce sono le protagoniste indiscusse di questo nuovo album: si affrontano in un dialogo continuo, si accompagnano in una dimensione in cui gli accordi diventano sillabe e le corde dello strumento vibrano in sintonia con le corde vocali, condividendo note e silenzi. Gli altri strumenti riempiono il silenzio ma si fanno da parte, lasciando spazio alla voce di Feist, suo inequivocabile marchio di fabbrica, e alla sua chitarra. Questa gerarchia fa sì che nella tracklist possano emergere pezzi dal sapore acustico come “I Wish I Didn’t Miss You”, ballad struggente che sfugge alla metrica tradizionale, e “Baby Be Simple”. Gli echi e riverberi di “Lost Dreams” e completano il quadro dipingendone le atmosfere oniriche e surreali.
Questo è “Pleasure”, un album fuori dal tempo, ibernato nei sei anni che sono trascorsi dall’ultima produzione musicale di Feist, ibernato nell’identità della cantautrice canadese, impassibile allo scorrere del tempo e alle tendenze che la circondano, ma allo stesso tempo solido e attuale. Feist è tornata con un lavoro che rispecchia la coerenza con la sua personalità e la fedeltà alla sua musica, lasciando un segno indelebile nel panorama musicale del 2017.