Nove mesi per comporlo, confezionarlo e darlo in pasto a critica e pubblico. “Volando al contrario“, il disco di inediti di Giò Sada, è stata una gestazione. Nove mesi per dar anima e raziocinio a un disco che è figlio del nostro tempo. Un album corale, da band – i Barismoothsquad si sentono eccome. Un album frutto di coerenza.
Giò Sada era l’underground balzato agli onori della gloria, per aver vinto X Factor 9. “Volando al contrario” era un album atteso, ma anche temuto. Quanto può snaturarti un talent? Ecco, il cantautore barese risponde alla domanda con un disco dal sapore rock, con echi punk “Made in ’90s” e punte pop. Un album figlio del nostro tempo, dicevo qualche riga più in su. Sada mostra arte e mestiere (frutto di anni di gavetta), ma anche lo sguardo attento verso l’epoca storica in cui viviamo. Il tentativo di sfuggire alla frenesia del nostro tempo, poter essere “nudi e pallidi, forse più stanchi per l’età, ma sempre meno fragili” (“Isola”). C’è la voglia di volare mantenendo salde le proprie origini (“Volando al contrario”), l’indipendenza di “Sto bene anche da solo”, la maturazione di “Esistente”.
“Volando al contrario” è frutto di un’attenta analisi, introspezione ma ancora ricerca del suono, della parola e delle emozioni. È il disco attraverso cui Giò Sada è diventato grande, rompendo qualche schema della classica canzone italiana. Un figlio che dopo nove mesi arriva alla luce ed è proprio come te lo eri immaginato.