Giorgio Moroder – Déja Vu

giorgio-moroder-deja-vu-recensione

Dopo trent’anni di silenzio, e grazie all’assist dei Daft Punk (che lo hanno voluto ad ogni costo nel loro ultimo lavoro “Random Access Memories), il guru della disco music Giorgio Moroder torna nei negozi con il nuovo album “Déja Vu”, coronamento di un ritorno che lo ha visto esibirsi nell’ultimo biennio come DJ nei locali di mezzo mondo.

Come da tradizione moroderiana, il parterre di ospiti è quello delle grandissime occasioni e presenta icone incontrastate della musica pop (da Kylie Minogue, protagonista del singolo “Right Here Right Now”, a Britney Spears) ai quali si aggiungono nuovi talenti e i nomi del momento (Charli XCX, Sia, Mikki Ekko) e quella Kelis che al produttore altoatesino ricorda fin troppo la sua musa ispiratrice più importante, quella Donna Summer con la quale ha inciso hit del calibro di “I Feel Love” e “Love to Love You Baby”.

Chi si aspettava una mossa nostalgica come fatto da Nile Rodgers e i suoi Chic si è sbagliato di grosso: Giorgio Moroder è informato sulle nuove tendenze. Anzi, le mastica a menadito e le fa sue. Con la matrice retro che emerge solo in pochi brani (“74 Is The New 24” e “Wildstar”) gli altri brani sono un concentrato di musica contemporanea, dalla EDM che si respira praticamente ovunque, alle arie J-Pop di “Diamonds”, passando per il dance rock da stadio di “Don’t Let Go” e una “I Do This For You” che sarebbe potuta uscire tranquillamente dalle mani di un David Guetta o un Calvin Harris.

“Déja Vu” non aggiunge e toglie nulla ad un nome storico come Giorgio Moroder, ma conferma che il produttore 75enne è una persona al passo con i tempi, capace ancora oggi di pubblicare singoli capaci di “sfondare” in radio e un disco, nel complesso, gradevole e sopra la media del genere.

Lascia un commento