[Black Metal] Nachtmystium – Assassins: Black Meddle Part I (2008)
One of These Nights (intro) – Assassins – Ghosts of Grace – Away From Light – Your True Enemy – Code Negative – Omnivore – Seasick Part I: Drowned at Dusk – Seasick Part II: Oceanborne – Seasick Part III: Silent Sunrise
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Un buonissimo ritorno per i Nachtmystium di Blake Judd, a due anni da quell’Instinct: Decay che ha aperto agli americani la via della sperimentazione. Ebbene, con questo nuovo Assassins: Black Meddle Part I, i nostri sembrano aver definitivamente assimilato il passato per gettarsi in una nuova dimensione musicale, ampliando ulteriormente il proprio raggio d’azione.
Il black metal degli esordi è comunque rimasto nella musica dei Nachtmystium, andando ad assumere il ruolo di scheletro, su cui i nostri si trovano a proprio agio nel divagare tra classiche sfuriate ed elegantissime parentesi melodiche di grande fascino, ricorrendo ancor di più alla componente elettronica, ormai sparsa a macchia d’olio per tutta la durata del lavoro. I lettori più attenti avranno sicuramente colto il richiamo nel titolo, neanche tanto velato, ai Pink Floyd di Meddle, a dire il vero non solo un semplice richiamo, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti su quello che ci attende in questi quarantacinque minuti di musica.
Infatti, a partire dall’intro One of These Nights, la band scopre le proprie carte, ricalcando la traccia iniziale di Meddle (One of Theese Days), rielaborata ovviamente in chiave Nachtmystium, andando a giustificare il cambiamento “dal giorno alla notte” che assumono qui le influenze pinkflodiane, conciliando psichedelia e spirito black metal. Un’operazione svolta con mano sicura, che non snatura i brani presenti, né lo stile della band, grazie a un songwriting accorto tra diversi richiami heavy, rock e tappeti elettronici, che sa quando virare, cambiare direzione, assecondando molto bene gli stati d’animo che attraversano le composizioni. Avremo così canzoni dal taglio maggiormente “classico” (virgolette d’obbligo) posizionate nella prima metà, come la title-track Assassins, una cavalcata che si insinua sotto pelle grazie a un crescendo finale da manuale, Ghosts of Grace, toccante, e Your True Enemy , la più black oriented del lotto, arrivando alla vera svolta del disco, Code Negative. Un brano Judd ci sussurra nell’orecchio, maestoso nei suoi arrangiamenti tra cori, riff dilatati e assoli a dir poco struggenti, dove finalmente i riferimenti ai Pink Floyd trovano la vera ragion d’essere, plasmandone il mood, in visioni spaziali non solo eteree ma oltremodo angoscianti. Un breve ritorno alla violenza con Omnivore, con Laureano libero di sfogarsi per bene (ottima prova la sua, come sempre, dietro le pelli), per arrivare all’apoteosi di Seasick, un pezzo diviso in tre atti che può essere considerato il punto più alto di Assassins: Black Meddle Part I. Un tributo a Waters e compagni che non mancherà di emozionarvi, portandovi al limite della commozione. Ascoltare per credere.
Un disco non propriamente semplice, che nella sua voglia di sperimentare riesce a mantenere un’identità e un filo logico dall’inizio alla fine, stupendo senza esagerare, senza ricorrere a trovate ad effetto, badando piuttosto a scavare nel profondo con una classe purissima. Fatelo vostro.
Stefano Risso