[Black Metal] Wolves In The Throne Room – Black Cascade (2009)
Wanderer Above The Sea Of Fog – Ahrimanic Trance – Ex Cathedra – Crystal Ammunition
http://www.wittr.com
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Preceduto dal mini “Malevolent Grain”, due brani che perseguivano e quasi esasperavano la vena ambient/black dell’ottimo “Two Hunters”, album che li aveva segnalati all’attenzione della scena metal, ma ancor di più a quella indie/alternative, i lupi di Olympia tornano con il loro terzo album in studio. Che risulta essere ben diverso da quello che poteva far presagire il mini apripista. I brani sono sempre quattro, come in tutti i loro album: lunghi, ipnotici, cupi, aggressivi, tragici, epici. Come per i loro compatrioti Agalloch la natura, nella sua vastità ed enigmaticità, è sempre il fulcro dell’ispirazione, sia lirica sia musicale. Discepoli eretici di Emerson e Thoreau, ne indagano i recessi più segreti e tenebrosi, quelli meno rassicuranti e maggiormente dolorosi.
Se l’ispirazione di fondo è sempre la stessa, a cambiare è il modo in cui viene esposta. Messe da parte le derive più marcatamente post – rock, folk ed atmosferiche, in “Black Cascade” a dominare è il metallo nero nella sua accezione più pura. Lo si percepisce sin dalla traccia d’apertura, “Wanderer Above The Sea Of Fog”, il cui titolo omaggia il celeberrimo dipinto di Caspar David Friedrich, nella quale l’influenza dei Lunar Aurora è presente come non mai. “Ahrimanic Trance”, il pezzo migliore dell’intera opera, esibisce addirittura un finale alla Xasthur, buio, cavernoso e decadente. “Ex Cathedra” presenta qualche frammento di ambient, ma nel complesso si rivela il pezzo più canonico e meno interessante. Un passo falso a cui rimedia “Crystal Ammunition”, numero che cita Burzum nel riff iniziale, gli Agalloch nel breve stacco acustico e gli …In The Woods nei momenti più dilatati. La produzione è probabilmente la migliore che una loro opera abbia mai avuto, con un perfetto equilibrio tra i vari strumenti.
Più diretto e duro rispetto a quanto ci avevano abituati gli americani, “Black Cascade” è comunque un ottimo disco, che mostra una band sicura dei propri mezzi, nonostante certe vette presenti in “Diadem Of 12 Stars” e “Two Hunters” non siano state raggiunte. Rimane però la sensazione di aver a che fare con un complesso sopravvalutato. Certo, sempre di musicisti notevoli si tratta, ma l’alone di genialità costruito intorno a loro è francamente eccessivo. Ora che Greg Anderson e Stephen O’Malley, con la loro etichetta Southern Lord, hanno sdoganato il metal estremo presso schiere di critici “indipendenti e alternativi”, che di metal in generale non hanno mai saputo nulla, capita spesso d’imbattersi nell’elogio sperticato fatto a musicisti che, pur bravi e talentuosi, non inventano nulla di nuovo. Ed è il caso degli stessi WITTR, che si limitano a riproporre le sonorità che gruppi meno fortunati, ma altrettanto bravi, hanno già coltivato in passato (i Lunar Aurora stessi, ad esempio). Nota polemica a parte, il lavoro in questione è comunque molto buono, consigliato a tutti gli appassionati di black metal. Non aspettatevi un capolavoro, però.
Stefano Masnaghetti