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In attesa del full vero e proprio, i Samael danno alle stampe questo EP, che potrebbe fornire precise indicazioni riguardo al contenuto sonoro del prossimo album. “Antigod” consta, in tutto, di sei brani: il singolo omonimo, simile nelle atmosfere e nelle sonorità al capolavoro “Passage” (1996), solo un po’ più sinfonicamente accentuato (e meno ispirato); una sontuosa nuova versione del vecchio classico “Into The Pentagram”, tratto dall’esordio “Worship Him” (1991); due pezzi live, ossia “Reign of Light” e “Slavocracy”, qui resi in modo convincente; un inutile e fastidioso remix di “Antigod” in chiave EBM/techno, francamente evitabile; un altro inedito, lo strumentale “Ten Thousand Years”, macabra liturgia dell’orrore divisa fra tentazioni orchestrali, con tanto di organo sepolcrale, e derive elettronico/industriali.
Difficile, anzi impossibile, formulare qualsiasi tipo di giudizio quando il materiale a disposizione è così scarso. Certo è che “Antigod” pare aprire uno spiraglio di speranza dopo l’orribile tentativo vetero black di “Above” (2009), probabilmente il disco peggiore dell’intera carriera dei Samael (anche se Vorph afferma che si è trattato d’ispirazione fulminea). Il paventato ritorno ai tempi di “Passage” non sarà il massimo, poiché non si può ricreare la magia di un’opera del genere semplicemente ritornando ‘artificialmente’ all’epoca in cui prese vita; tuttavia fare meglio del predecessore non dovrebbe essere difficile. Non resta che aspettare, ma non tutto è perduto.
Stefano Masnaghetti