Intro – Starting Over – Bitch We Got a Problem – Evolution – Hold On – Kiss – Do What They Say – Ever Be – Love and Luxury – Innocent Bystander – Killing – Hushabye – I Will Protect You
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Io posso anche dirvi che l’elettronica ora gioca un ruolo attivo e non riempitivo come nel precedente disco, che dopo la dipartita di Silveira e Brian Welch la band è finalmente tornata alla grande dopo un periodo buio, che ci sono tantissime idee e che la sperimentazione la fa da padrone, che la ‘seconda fase’ dei KoRn ha superato le incertezze di “See You On The Other Side”, che Bozzio dietro le pelli aggiunge quel quid che fa la differenza e che i primi quattro pezzi sono il futuro della nuova incarnazione del gruppo…ma non ci crederebbe nessuno.
La verità è che i Korn sono alle cozze. C’è un aura di tristezza e malinconia nei cinquanta minuti scarsi di “Untitled”, sensazione che emerge sotto una produzione eccezionale (inutile però se mancano le canzoni…) e una valanga di effetti, spesso messi lì per coprire una carenza di idee che è oramai accertata. Per trovare qualche pezzo decente dobbiamo aspettare ben oltre la metà del disco, in cui per lo meno si evita il tracollo totale con “Ever Be”, la coinvolgente “Innocent Bystander” e la old-style “Killing”. Anche la conclusiva “I Will Protect You” non è male, peccato che difficilmente arriveremo a sentirla visto che “Starting Over”, “Evolution” e altra robaccia abbiano minato il nostro spirito provocandoci a scelta sonnolenza, noia totale o delusione eccessiva.
Tuttavia era difficile fare peggio della release del 2005: “Untitled” non è così lontano dalla sufficienza, ma crediamo sia inevitabile aspettarsi di più da un nome simile, anche perché se mettiamo insieme i pezzi ‘passabili’ degli ultimi due dischi, raggiungiamo a malapena mezz’ora di musica. Nessuno chiede a Davis di fare sfracelli a ogni uscita (come capitava nella seconda parte degli anni novanta), ma nemmeno di dormire sugli allori quando un cd di inediti costa ai fans 20 euro.
P.N.
Vado controcorrente qua in redazione, il nuovo Korn non è male!
Mi aspettavo una robaccia insipida dopo il passo falsissimo di due anni fa, invece, puntando ancora di più sulle parti elettroniche e l’industrial d’impatto e più fruibile, Davis e compagni immettono sul mercato un disco che non piacerà subito ma che col tempo vi entrerà in circolo.
Ovviamente non stiamo parlando di un lavoro che cambierà le sorti della musica rock (come fece nel 1995 il debutto, e chi lo nega è un pistolotto, ndr), ci sono pochi riffs di rilievo e ancor meno momenti in cui il delirio si scatena inarrestabile, ma l’insieme dei brani ha un senso e, soprattutto una continuità, diventando più pesante e oscuro pezzo dopo pezzo.
Ci sono momenti da disco (“Love And Luxury”), il singolo apripista “Evolution” che senza una tonnellata di effetti (inutili in questo caso) assomiglierebbe a quelli di “Untouchables”, una pseudo ballad “Kiss” e una scurissima “Do What They Say”, con un finale molto vecchio stile con la psicotica “I Will Protect You”.
Cautela insomma, piano a disintegrarlo senza appello, questo è un platter che necessita di qualche ascolto in più per essere apprezzato. E’ diverso, chiaro, ma in questo caso non è una scusa banale per coprire un prodotto mediocre come il precedente “See You On The Other Side”. Dubito tuttavia che le atmosfere e il mood di alcuni brani possano essere riproposti on-stage facilmente. Attendo quindi con curiosità le prossime mosse di un gruppo che ha preferito rischiare il tutto per tutto piuttosto che continuare a riciclarsi (“Take A Look In The Mirror”) o mischiare generi senza alcun senso logico (“SYOTOS”).
P.L.