[Doom/Stoner] Shrinebuilder – Shrinebuilder

 

[Doom/Stoner] Shrinebuilder – Shrinebuilder (2009)

Solar Benediction – Pyramid Of The Moon – Blind For All To See – The Architect – Science Of Anger

http://www.myspace.com/shrinebuildergroup
www.neurotrecordings.com

Suppongo che ormai quasi tutti sappiano chi c’è dietro agli Shrinebuilder, ma, data l’eccezionalità dell’evento, ribadisco anche su queste pagine i nomi coinvolti nel progetto: Scott Kelly (Neurosis), Al Cisneros (ex Sleep, ora in forza negli Om), Scott “Wino” Weinrich (Obsessed, Saint Vitus e qualche altro migliaio di cose) e Dale Crover (Melvins). Roba da far tremare polsi, vene a altri organi interni a scelta. Il supergruppo ‘alternativo’ per eccellenza. La compagine ‘psychostonerdoomelica’ più grande di tutti i tempi. Una combriccola di musicisti estranei alle logiche del mainstream alla quale si chiede di realizzare l’opera definitiva per quanto riguarda un certo modo d’intendere l’hard’n’heavy. In breve, si addensavano aspettative enormi su quest’esordio.

E i quattro non falliscono. Almeno, incidono un album di altissimo livello, che non sfigura di fronte al loro lignaggio. Per il resto, è ovvio che la pretesa di aver a che fare con ‘il disco perfetto’ risulti, alla prova dei fatti, eccessiva e irrealistica. Le pietre miliari, quelle in grado di sconvolgere il corso della storia musicale e di essere ricordate, passati quarant’anni, nelle enciclopedie, non possono essere ricreate in laboratorio tramite una semplice formula chimica, risolta nella somma di due o più artisti leggendari che decidono d’instaurare una collaborazione. Detto questo, “Shrinebuilder” è comunque un’opera di grande spessore, non solo un’accozzaglia di stili pescati dalle varie realtà di provenienza dei membri della band. Anzi, i quattro sono stati bravi a far gioco di squadra e a fornire una precisa identità al nuovo gruppo.

Ovviamente i cinque pezzi che lo compongono non si distaccano molto da quello che è (era) il sound dei complessi originari. Spicca soprattutto l’influenza degli Om, particolarmente nella coda di “Pyramid Of The Moon” (il resto ricorda parecchio alcune cose dei The Hidden Hand), e anche le eredità di St. Vitus, The Hidden Hand e Neurosis sono ben rappresentate. Meno quella dei Melvins, perché Crover si limita a sostenere gli altri compagni, oltre ad essere l’unico che non si alterna dietro al microfono. Ma il tutto viene reso in modo organico e funzionale all’atmosfera complessiva del platter, senza timore di oltrepassare la somma delle parti e di esplorare ulteriori dimensioni sonore. “Solar Benediction” è magistrale nel fondere classico doom alla Obsessed (cfr. l’inizio), echi dei Mastodon di “Leviathan” (cfr. la parte centrale) e dei Neurosis di “A Sun That Never Sets” (cfr. la lunga digressione strumentale); “Blind For All To See” si sviluppa attraverso folate di mantra chitarristici inaciditi da tonnellate di fuzz; “The Architect” è dedica convincente ai Saint Vitus e ai classici riff di matrice sabbathiana, con l’aggiunta di qualche deviazione psichedelica; “Science Of Anger” conclude il cd dimostrando che si può rileggere certo dark sound dei Settanta (Atomic Rooster, tra gli altri) senza risultare datati, anzi contaminandolo con le esperienze più recenti (in questo caso, High On Fire al ralenti, e poi ancora Neurosis e Om).

Realisticamente, non era lecito aspettarsi di più. Qua si sfiora il capolavoro, e anche se “Shrinebuilder” è, per forza di cose, emissione più ‘riepilogativa’ che ‘innovativa’, il pericolo di trovarsi di fronte a un maldestro collage è stato più che scongiurato. Forse non entrerà nella storia, ma nella mia top 5 di fine anno sicuramente sì.

Stefano Masnaghetti

Lascia un commento