Defeatist – Horrors Of Self – Mind Over All – To The Threshold – Give Wings To My Triumph – Destroy Everything – Divine Judgement – Immortal Enemies – Most Truth – Never Let It Die – Spitting Venom – As Diehard As They Come – Supremacy Of Self
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Anche gli Hatebreed decidono di tornare indietro di qualche anno, sia per fugare qualsiasi dubbio sul presunto orientamento a sonorità più commerciali e a un altrettanto presunto aridimento compositivo. “Supremacy” riporta in auge un modo di fare hardcore che ricorda molto i tempi andati. Rallentamenti e pesantissime parti mosh si trovano in molti brani, in cui vengono lasciati da parte ragionamenti di alcun tipo a favore dello stile che ha portato il genere all’attenzione di un pubblico sempre maggiore negli anni novanta. Quindi metalcore in calo e hardcore oltranzista a manetta, in un dischetto che nella sua mezz’oretta vi addolcirà con cambi di tempo letali, chorus convinti e un Jamey Jasta per così dire ‘inquieto’. Proprio Jasta dimostra con la sua prestazione vocale che le contaminazioni con la parte più falsa (e pericolosa) del music biz possono anche risultare positive, vista la carica che il singer mette nel disco. Il conduttore di Headbangers Ball guida il quintetto (ha fatto il suo ingresso nella line-up il secondo chitarrista Frank Novinec) in tredici composizioni, su cui spiccano l’opener, “Give Wings To My Triumph”, “Divine Judgement” e la conclusiva emblematica “Supremacy Of Self”. Monolitico e convinto, “Supremacy” è consigliato a chi cerca una mina pronta a esplodere in qualsiasi momento e anche a chi crede che senza rinnovamento e sperimentazione una band sia destinata a vita breve. Già.