http://www.myspace.com/drunkdriverusa
Ultimamente sembra vada di moda la formula a trio, in cui un cantante è supportato solo da chitarra e batteria (vedi i Monotonix ad esempio). Ovviamente è richiesta presenza scenica fuori dai canoni e capacità di catturare il pubblico.
Tutte caratteristiche che si trovano nel portafoglio dei Drunkdriver, trio di stanza a New York. O almeno, parliamone al passato.
Infatti questo loro secondo lavoro sulla lunga distanza è anche il canto del cigno della band. E’ venuta fuori una scomoda storia in cui il batterista si sarebbe macchiato tempo addietro di uno stupro di minorenne. A questo punto la band, dopo essersi vista negare l’uscita imminente dalla benemerita Load Records, ha detto addio alle scene. Non prima di aver dato le stampe il disco con un’altra etichetta.
La fama dei tre è nata dopo che i nostri hanno regalato al pubblico dei live show incendiari e al fulmicotone. Questo disco mette in fila nove brani. Senza essere compositivamente degli episodi eccelsi e con grande inventiva, a volte fanno male.
Di sicuro hanno dalla loro un dispiegamento di fuoco mica da ridere, un assalto molto hardcore, lo screamo violentissimo, barricate noise, clangori sonici tra Jesus Lizard e Cows più imbestialisti.
Peccato che sia finita la loro avventura.
Luca Freddi