[Heavy Metal] Iced Earth – The Crucible Of Man (Something Wicked, pt. 2) (2008)
In Sacred Flames, Behold The Wicked Child, Minions of the Watch, The Revealing, A Gift or A Curse, Crown of the Fallen, The Dimension Gauntlet, I Walk Alone, Harbinger of Fate, Crucify The King, Sacrificial Kingdoms, Something Wicked (Part 3), Divide and Devour, Come What May, Epilogue
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Quando Jon Schaffer manifestò la volontà di chiudere la tematica concettuale del capolavoro Something Wicked This Way Comes pubblicando un nuovo doppio cd relativo alla saga, fui uno dei primi a gongolare. E pazienza se al posto del grande Matt Barlow avrebbe cantato Tim Owens. Oggi, conti alla mano, mi accorgo che il buon vecchio Tim ha fatto il suo dovere negli Iced Earth, si è cimentato in principio su linee vocali che non gli appartenevano ottenendo risultati più che soddisfacenti, e si è superato nell’interpretazione di The Glorius Burden, l’ultimo disco dignitoso del quintetto americano.
Qualcosa è venuto a mancare dopo il suddetto album anzi, le prime spiacevoli avvisaglie provenivano proprio da lì: ispirazione in fase calante e melodie stucchevoli. Livello di idee tendente allo zero quello di Framing Armageddon, la prima parte di questo nuovo capitolo marchiato Something Wicked rilasciata un anno fa, e livello ampiamente sotto lo zero quello di The Crucible Of Man, il peggior lavoro della capiente discografia statunitense nonostante, e questa è l’unica buona notizia, il ritorno del grande assente al microfono: Mattew Barlow. Sono affranto e allo stesso tempo irritato.
Affranto perché le prerogative per un ritorno alle origini c’erano tutte: il tempo a disposizione, un’etichetta tra le più grandi e meno pressanti, il cantante ritrovato, un ottimo budget per la produzione.
Irritato perché Jon Schaffer ha esaurito, di fatto, il suo genio compositivo. Non c’è nota o melodia all’interno di The Crucible Of Man che sia degna di essere menzionata in questa recensione, non una soltanto. Tantissimo lavoro sulla chitarra ritmica, come da prassi, ma siamo alle prese con la brutta copia del riff riciclato… e Matt? Barlow in questo disco conta meno di zero, le linee vocali sembrano addirittura strutturate per esaltare la voce potente di Tim Owens (che paradosso), non certo per una voce calda e profonda come quella di Matt: siamo alla fine di un lungo ciclo? Probabile, ma Schaffer ha saputo stupirci nel corso del suo avanzamento professionale.
Noi non possiamo far altro che sperare in un nuovo coniglio estratto dal cilindro, il prossimo però, perché con The Crucible Of Man, Jon si è radicato sul fondo. Acquistatelo solo se collezionate dischi degli Iced Earth, tutti gli altri non si lascino ipnotizzare dalla copertina attraente.
Gaetano Loffredo