[Heavy Metal] Ross The Boss – New Metal Leader (2008)
I. L. H., Blood of Knives, I Got the Right, Death & Glory, Plague of Lies, God of Dying, May the Gods Be with You, Constantine’s Sword, We Will Kill, Matador, Immortal Son
http://www.ross-the-boss.com/
http://www.afm-records.de
Ross The Boss era stanco e l’heavy metal non lo affascinava più come un tempo, quello degli anni del successo, quando insieme a Joey De Maio e a Eric Adams brandiva la spada con un braccio e con l’altro portava in alto lo stendardo nel segno del martello. Sono passati vent’anni dall’ultimo grande successo, quel Kings Of Metal che è un grande classico nel suo genere, e Ross The Boss sembra aver ripreso in mano la sua chitarra all’insegna del buon vecchio metallo… e ora partono anche gli slogan alla Manowar: è tornato per essere di nuovo leader.
Partiamo scrivendo che si poteva fare molto ma molto di più in sede di produzione del disco New Metal Leader: buono quando si tratta di graffiare con la chitarra elettrica di Ross, poco incisivo e meno curato di quanto avremmo voluto in relazione a tutti gli altri strumenti.
I brani mi sono parsi sufficienti ma poco competitivi, parecchio legati al periodo che si attesta tra il 1982 e il 1988, e si lasciano ascoltare rimembrando gli antichi splendori manowariani, Death & Glory ha un refrain micidiale e trasmette un grande senso di energia, Immortal Son una suite che ha uno stile a totale appannaggio di Ross The Boss, riconoscibile quando imbraccia il suo strumento ma anche quando compone. Non mancano i mezzi tempo più catchy, Plague Of Lies ha un giro difficilmente trascurabile, God Of Dying un incipit alla “Hail And Kill” e un attacco violentissimo prima dell’ennesimo epico ritornello. Tutto bene dunque? No: passi la produzione poco curata, soprassediamo sul tentativo reiterato di apparire come i vecchi Manowar, nessuna scusante per la scelta di un cantante, Tarek “MS” Maghary (ex Majesty), che poco si addice ad un nome come quello di Ross, sinonimo di alta professionalità. Il cantato spesso irritante di Tarek, pessime infatti alcune interpretazioni (quella di Constantine’s Sword è da libro nero) indisponenti gli acuti, finisce per penalizzare un disco che ha dalla sua, come anticipato in precedenza, buone composizioni e qualche felice intuizione, il minimo sindacale per un album da headbanging.
Tanta carne al fuoco per un disco appena sufficiente e al di sotto delle aspettative. Se pensate che Ross The Boss sia in grado, con New Metal Leader, di rivangare adeguatamente il suo passato storico non siete sulla buona strada, avvicinatevi quindi senza troppe pretese: concedetevi qualche momento di esaltazione ma nulla di più.
Gaetano Loffredo