God Phones – From The Cave – Earthache – Global Warning – A Room With A V.U. – Destroy After Reading – Treasure Chase – Krap Radio – In Orbit – Deathproof – Pyramidome – Morpheus – Volcano
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“Infini” è la seconda (e ultima, a meno di nuovi “ritrovamenti”) parte di quell’eredità fatta di riff psichedelici e saltellanti che Piggy ha lasciato ai compagni di sempre quando scomparve, nell’estate di quattro anni fa. Se già “Katorz” si era rivelato una vera sorpresa (anche per l’inusuale messa al mondo, qui ripetuta), “Infini” si dimostra degno successore, con forse addirittura quel pizzico di varietà di temi e sonorità in più.
Oltre ai pezzi dalla chiara natura punk-metal (punto fermo dei Voivod di questo decennio) ci sono infatti momenti di assoluta psichedelia così come altri più lenti e cadenzati, a volte opprimenti: tanto per citarne uno, in “A Room With A V.U.“ al sottoscritto è venuta più volte in mente quell’atmosfera fatta di ozono e ovatta che si respirava su “Negatron”.
Dai giri di chitarra incalzati di “Deathproof” o della conclusiva “Volcano”, alle ritmiche oniriche di “Morpehus”, o ancora dal basso pulsante di Newsted su “Destroy After Reading”, ai testi sci-fi di “In Orbit” (primo e vero marchio di fabbrica della band fin dal lontano disco d’esordio del 1984), “Infini” stupisce sempre, tanto che terminato ogni ascolto si sentirà l’impulso di far ripartire il lettore da capo, per poter assaporare meglio l’essenza di certi pezzi o passaggi.
Quest’ultima considerazione rivela quanto “Infini” sia davvero un prodotto dello storico gruppo canadese: il non creare mai niente di scontato o prevedibile è stato ed è tutt’ora quello che ha reso i Voivod una band di culto.
Nota finale di merito va a Snake, Away e Jason “Jasonic” Newsted per aver saputo lavorare ancora una volta intorno alle sole tracce di chirarra di Piggy: ognuno ha il suo spazio e svolge la sua parte al meglio, senza sovrapporsi ai compagni.
Missione “eredità” compiuta; vedremo se questo sarà sul serio l’ultimo disco (perché, come dicono i fan più puristi, non ci può essere la band senza il defunto membro) o se il futuro riserverà nuove sorprese (e in questo i Voivod sono dei maestri).
Nicolò Barovier