Iced Earth – Dystopia

Iced Earth Dystopia Recensione
Cosa vi aspettate da un disco degli Iced Earth? Il punto della questione è tutto qui. Se non volete altro che metallo coatto e muscoloso, con melodie sputtanate quanto efficaci, soluzioni abusate e ripetute e tanta energia allora “Dystopianon vi deluderà. Quest’ultimo lavoro è quanto di meglio la band di Schaffer abbia partorito da “Horror Show” in poi e stilisticamente si colloca proprio a cavallo fra quest’ultimo e “Something Wicked” (quindi, di fatto, nel momento migliore della carriera dei Nostri) e penso che nessuno si aspettasse tanto. Diciamolo subito, il peggior difetto di questo disco lo si trova a livello dei suoni, con la chitarra di Schaffer totalmente affogata fra i tamburi.
Veniamo però subito al vero punto cruciale di questa uscita, ovvero Stu Block che arriva dagli Into Eternity a ricorprire il ruolo che fu di Matthew Barlow (la parentesi Ripper Owen vorremmo dimenticarcela). Il risultato è parecchio buono, Stu si dimostra cantante dotato, capace e conscio del suo ruolo ed è parecchio apprezzabile anche il fatto che non cerchi mai di strafare. Infatti, per quasi tutto il disco sembra “limitarsi” ad imitare (egregiamente) lo stile del suo predecessore, concedendosi però una maggiore grinta nelle parte aggressive, fatto che dona a “Dystopia” una marcia in più (si veda la feroce “Days Of Rage“, fra i migliori episodi del disco). Curiosamente, Block appare decisamente più personale nell’approccio alle ballad uscendo senza sfigurare dal confronto con il suo augusto predecessore (si ascolti ad esempio la ben riuscita “End of Innocence“).
Stringendo, “Dystopia” forse non è un lavoro per cui strapparsi i capelli, John Schaffer ha scritto album sicuramente più freschi di questo (ma altri decisamente peggiori) e gli Iced Earth hanno già detto (e ripetuto all’infinito) tutto quello che avevano da dire. Ma, come detto all’inizio, cosa vi aspettate da loro? “Dystopia” è un disco che s’inserisce fra i momenti migliori della carriera di Schaffer e compagni, che rilancia la band dopo uscite non felici e presenta ai fan, finalmente, un nuovo protagonista, attorno alla cui presenza il gruppo americano potrà costruire il nuovo corso della propria storia. Direi che ci si può accontentare.
Stefano Di Noi

Lascia un commento