Gift – Promenade – Breed – Silent Door – Bella Morte – Nina – Guardian – Spider Shaped Leaves – Bark Loud
http://www.myspace.com/ephelduath
http://www.earache.com
In un clima di esterofilia dilagante, è bello vedere uno dei nomi più importanti del panorama underground nazionale, gli Ephel Duath, tornare sulle scene con un album valido e intenso. Tutto questo, a quattro anni di distanza dal loro ultimo disco in studio (“Pain Necessary to Know”).
Con un concept nel quale viene esplorata la vita di tutti i giorni attraverso gli occhi di un cane, la band di Davide Tiso si stacca dalle influenze post-core che hanno influenzato i precedenti lavori (tra cui “The painter’s palette”, il più bel disco italiano degli ultimi dieci anni), diventando un gruppo che prende il jazz e la fusion e lo porta ai giorni nostri, senza però dimenticare il passato. In questo “Through my dog’s eyes”, il talento e la creatività degli Ephel Duath si evolve ad un livello superiore rendendo i Nostri, già di loro eclettici, un act che ormai può seguire tranquillamente le orme lasciate da Zappa in passato e da Mike Patton in tempi più recenti. Un progetto importante che vede la pesante presenza di Ben Weinman dei Dillinger Escape Plan come ospite speciale: sue le parti elettroniche della conclusiva “Bark loud”.
Non è un caso che la Earache, etichetta britannica nota in ambito estremo, creda da anni nel combo nostrano: senza tanti giri di parole, gli Ephel Duath sono la band italiana più talentuosa del genere. Con questo “Through my dog’s eyes”, sono riusciti a confermare tutte le buone parole spese nei loro confronti in passato. Già a gennaio, possiamo parlare di una delle uscite più importanti di questo 2009.
Nicola Lucchetta