Shouting Fire At A Funeral – Opulent Maelstrom – Jato Unit – Azure Haze – Cashmere Shiv – Race Against Disaster – Sacristy – Devil Theory – Miles Of Machines – Departure
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Pura e semplice masturbazione, Zero Order Phase riesce in un colpo solo ad essere più inutile e noioso degli ultimissimi lavori targati Nevermore. Che senso ha dedicarsi a un disco solista se poi ci si riduce a fare il verso al prorpio gruppo d’origine?
Loomis è bravo, anzi, bravissimo e non lo scopriamo ora, ma sentirlo scimmiottare Malmsteen (Sacristy) ci fa capire che il testimone lasciato da Chuck Schuldiner, Piggy D’Amour e soprattutto Dimebag Darrel non sarà lui a raccoglierlo. Sì, perché quando il nostro non cita sé stesso, ecco spuntare da sotto il tappetto Jason Becker, Marty Friedman e l’obeso svedese… tanto di cappello, ma non è proprio il massimo. Anche perché di dischi di questo tipo ne abbiamo fatto indigestione fra gli anni 80 e i 90.
Capiamoci, qua e là spuntano delle idee (Azure Haze, né è un esempio), ma sprofondate in migliaia di note inutili. Dopo Warrel Dane, anche Loomis spreca di brutto la sua occasione. Speriamo che almeno ora riescano a comporre nuovo materiale degno dei Nevermore.
Riassumendo: un disco strumentale dei Nevermore è roba per die hard fan o per maniaci dei piripiripiri chitarristici.
Stefano Di Noi