[Metal] Marty Friedman – Future Addict (2008)

 

Barbie (unreleased) – Simple Mystery (unreleased) – Tornado of Souls (Megadeth 1990) – Burn the Ground (Cacophony 1987) – Where my fortune Lies (Cacophony 1987) – Breadline (Megadeth 1999) – The pit and the Pendulum (Hawaii 1983) – The killing Road (Megadeth 1994) – Static Rain (Marty Friedman’s Loudspeaker 2007) – Secret of the Stars (Hawaii 1983) – Massive (Deuce 1980) – Tears of an Angel (unreleased)

http://www.martyfriedman.com/
http://www.neilaproductions.com/

Succede questo. Mi trovo in un locale abbastanza grezzo a Berlino dopo una traversata da Marsiglia col tir. In questo posto passano video abbastanza strani e, di botto, appare una chioma conosciuta schiena contro schiena con un tipo tamarrissimo. Parte il pezzo ed esce il titolo “Simple Mystery” dall’album “Future Addict” di Marty Friedman. Il resto è facile immaginarlo: non appena rientrato alla base in Cekia mi fiondo su Amazon per comprare istantaneamente il disco (fortunatamente lo trovo usato e risparmio quei 30 dollari per l’import, ndPN). Nel frattempo scopro che la pubblicazione (Japan only) contiene delle rivisitazioni ad alcuni brani che hanno fatto la storia del bravissimo chitarrista.

A patto di togliervi dalla testa (e dalle orecchie) qualsiasi riferimento al metallo del Marty socio di Mustaine negli anni novanta, a patto di accettare una produzione zarra stile jappo ad altissimi livelli, a patto di tollerare la timbrica di Jeremy Colson (drummer storico di Friedman solista) che a volte fa pensare a Chester dei Linkin Park o un anonima voce robotica messa lì tanto per …avrete tra le mani un disco della madonna. Specialmente se siete aficionados dello stile di Friedman e avete bene o male seguito le sue evoluzioni in terra d’Oriente (Music for Speeding e Loudspeaker spaccano) non potrete che commuovervi quando su “Tornado Of Souls”, a fronte di una versione sicuramente rivisitata e difficile al primo impatto, Marty spara uno degli assoli più belli della storia come se fosse ancora il 1990. Pazzesca anche la rivisitazione di “Breadline” (Andrew Wk con guitar solos) e strepitoso il recupero di pezzi anni ottanta di Hawaii e Cacophony.

Che rimane da dire? Che c’è anche un certo Billy Sheehan a sostenere il tutto col basso e che con qualche ascolto “Future Addict” potrà davvero regalarvi grandi emozioni. Da ammirare incondizionatamente Marty Friedman, un artista che si è rimesso in discussione e che si è cimentato con generi apparentemente lontani dalla sua storia, li ha uniti al proprio sound ed è riuscito a creare una miscela coinvolgente e ostica solo per chi non capisce una beneamata sega di musica.
Pubblicatelo anche in Europa e portatecelo su un palco prima possibile! Tra i dischi dell’anno anche se scoperto per caso il 23 dicembre!

Paolo Sisa

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