So di essere in minoranza, ma non posso farci nulla: a me Jason Newsted è sempre stato sul cazzo. Non tanto come impossibile sostituto del compianto Cliff Burton o per l’apporto compositivo praticamente nullo in 15 anni nei Metallica. Piuttosto per il ‘carisma’, che molti gli appioppavano, di ‘unico metallaro nei Metallica’, ‘vero amico dei fanz’, che figo quando lo fanno cantare tutto stonato dal vivo. A me è sempre sembrato il peggior cliché del peggior metallaro tutto birra, rutti e faccio la faccia da pirla cativu.
Comunque, massimo rispetto per lui quando mostrò il medio ai diktat del nano danese e dell’Hetfield più ubriaco di sempre andandosene dai Metallica. Dopo anni di silenzio, e dopo essersi lasciato alle spalle episodi piuttosto inconcludenti come Ozzy, Voivod ed Echobrain (chiiii?), torna come solista con l’evidentemente esplicito EP Metal e il disco Heavy Metal Music.** E….oh…beh…insomma. Suona onesto e genuino. Le influenze sono evidenti, tutto il meglio del metallo: Metallica e Slayer degli esordi, Judas Priest, Black Sabbath, Motorhead e pure un po’ di Pantera. Velocità media, riff quadrati, qualche assolo, voce sgraziata.
Non ci prova neanche a farla fuori dal vaso, il che è un bene, tutto concentrato su quello che sa fare, senza divagazioni. Certo, non che abbia imparato a cantare: quando va bene sembra i Testament di una volta, però meglio che sentirlo urlare a caso “Seek And Destroy” dal vivo come una volta. L’EP è stata una mossa simpatica, il disco pretende un po’ troppo dalla nostra pazienza, però il Newsted si merita l’attenzione di una buona fetta di metallari vecchia scuola.
** Oppure magari potrebbe essere un raffinato tributo al famigerato Metal Machine Music di Lou Reed, del quale è diventato praticamente un sosia. Ma potrei sbagliarmi.
Marco Brambilla