Salty Old Queen – A Killer Grows – Chair Fight – Black Skull – The Knife Whisperer – Council Member – Comes To Your House – Captain Vinegar – Golden Rabbit – To Do List – Christian St. Christian – Shepherdess – Crank A Winch
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Il loro debutto, “Purity Pledge”, era stato un fulmine a ciel sereno: sembrava impossibile che nel 2005 ci fosse qualcuno in grado di rispolverare il vecchio, caro noise rock di quindici, vent’anni fa con tale bravura e passione. Era la rinascita di un mondo sonoro, a partire dalle prime detonazioni hardcore – noise dei Big Black per arrivare alla furia (auto)distruttiva dei Today Is The Day, quelli degli esordi: il tutto, ovviamente, con un occhio di riguardo per quanto fatto dalla scena più strettamente newyorkese, Unsane e Helmet in primis. D’altra parte i Todd sono nati grazie alla mente di Craig Clouse, un ex membro degli Hammerhead, altro gruppo di agitatori sonori della miglior razza (tant’è vero che i loro dischi uscivano per Amphetamine Reptile). “Comes To Your House” altro non è che un’ulteriore estremizzazione del loro esordio: i pezzi sono aumentati, la durata è diminuita (35 minuti contro 40), e globalmente la violenza e la paranoia che albergano in queste nuove 13 “canzoni” è quasi insostenibile. Eliminati i pochi appigli orecchiabili presenti in “Purity Pledge”, Clouse e soci si sono gettati nella pura dissonanza e hanno deciso di distruggere qualsiasi sviluppo razionale della loro musica: pare di stare ascoltando un disco degli Unsane suonato dai Pussy Galore. Ho ascoltato molto questo album, e sinceramente non saprei dire se la nuova strada intrapresa dal quartetto sia preferibile a quella che avevano percorso sino ad ora: va rilevato che, una volta ancora, dimostrano di avere coraggio da vendere, perché la violenza parossistica dei nuovi brani non sarà certo gradita da chi, pur apprezzando proposte “estreme”, cerca per lo meno un filo conduttore in quello che ascolta. Dal canto mio posso rimpiangere pezzi come “Sedan” o “Miss Longhornspeedway”, per quel loro magnifico mescolare noise da manuale a rigurgiti sludge, e per la loro inesorabilità cinetica che tanto ricorda i Big Black di “Atomizer”, ma gioisco comunque nel sentire gemme di ultraviolenza fonica come “Black Skull” (tra Boredoms e Lightning Bolt), “The Knife Whisperer” (cacofonia di voci deliranti e batteria tonante), la title – track stessa e la mazzata iniziale “A Killer Grows” (gli Unsane al cubo): roba da far impallidire gli ultimi Sightings di “Arrived In Gold” e una pletora di fabbricanti di noise da quattro soldi. C’è poco da fare: i Todd si confermano tra le realtà più esaltanti dell’attuale terrorismo sonoro tout court, grazie anche alla temerarietà di evolversi e di cambiare disco dopo disco, senza perdere un grammo di personalità.
S.M.