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Ma quanto dura? È la domanda che mi faccio spesso durante l’ascolto di questo disco. I Post Traumatic Stress Disorder sono anche vari, a tratti intriganti e in qualche modo catchy. Ma è tutto già sentito, manca mordente, manca quel pizzico di personalità in grado di farti emergere dal mucchio e di ricacciarti in gola gli sbadigli.
Capiamoci, il disco è ben fatto e i brani ci sono, ben scritti e ben equilibrati. I nostri, oltreoceano e nelle mani di un produttore esperto, potrebbero probabilmente fare pure successo.
Al momento però suonano come uno dei tanti gruppi persi nella scia dei Linkin Park. In effetti è un vero peccato, perché ai ragazzi non mancherebbero i numeri, voce ispirata, chitarroni distorti, ritornelli iper melodici, quel pizzico di cattiveria qua e là, una certa dose di energia, atmosfere tendenzialmente cupe e una grande varietà di influenze. Manca solo il carattere, quel marchio di fabbrica in grado di farti uscire dal cumulo di gente senza vero talento che ci prova all’infinito.
Stefano Di Noi