Già in sede di anteprima c’eravamo esposti positivamente riguardo il ritorno degli Slipknot. Confermiamo sostanzialmente quanto già detto dopo diversi ascolti del disco completo: “All Hope Is Gone” si va a collocare idealmente un gradino sotto il grandissimo self titled del 1999 e il successivo “Iowa”. Ciò che invece lo eleva abbastanza su “The Subliminal Verses” è intanto una produzione bombastica ed esplosiva, quindi un equilibrio pressoché perfetto oramai trovato tra momenti di aggressività e violenza pura (thrash e death sono componenti oramai essenziali del loro sound e non più rielaborazioni), infine quelle melodie e quei brani che ci s’aspetterebbe di trovare su un disco degli Stone Sour (progetto parallelo del singer Corey Taylor per chi avesse vissuto sulla luna fino a questo momento, ndr) che s’incastrano bene nel mosaico di questa release. Difficile annoiarsi e non farsi coinvolgere dall’impetuoso incipit, dalla ballad “Snuff”, dalle pestate “Sulfur” e “This Cold Black”, dalla morbosa “Gehenna” e dai singoli “Psychosocial” e “All Hope Is Gone” (il brano più tirato del lotto). Effettivamente qualche pezzo che non c’ha fatto strappare i capelli c’è, la parte centrale dell’album non è memorabile ma questo calo è fisiologico e perfettamente comprensibile.
Parlando dei singoli, indubbiamente Corey ha recuperato il proprio growl di un tempo migliorandosi ancora sui momenti puliti (e ce ne sono diversi), Root e Thomson hanno fatto un buon lavoro chitarristico ritagliandosi pure lo spazio per degli assoli di discreta fattura, mentre Jordison dietro le pelli fornisce il solito incredibile apporto di filler e doppia cassa oltre i livelli di eccellenza, benché le strutture siano effettivamente più snelle e lineari rispetto al passato. Poco invece lo spazio per campionatori, percussionisti vari e affini, a dimostrazione del fatto che oramai la line-up è quella di una canonica band metal e il ‘contorno’ può tornare utile solo on-stage per aumentare il delirio sul palco.
I fans puristi non gradiranno tutto il disco, qualcun altro parlerà di evoluzione scontata (o involuzione a seconda dei punti di vista) ma per il resto delle masse il nuovo Slipknot sarà un’uscita indispensabile di questo inizio di stagione 2008/09. Buonissimo ritorno e affermazione convinta dello status d’importanza che i Nostri oramai rivestono all’interno del panorama heavy contemporaneo. L’unico dubbio che può venire è relativo alla coesistenza dei mascheroni con gli Stone Sour, questione che dopo questo lavoro potrebbe diventare abbastanza complicata da affrontare, in ogni modo ci penseremo tra almeno un paio d’anni…