Embers – White Wings – Mescaline Sunrise – The Orphans Of Piety – Circle Of Ashes – Ceremony Ex Stasis
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Con il loro secondo album, i Minsk si affermano come i più credibili seguaci del Neurosis sound, senza per questo scadere in un mero gruppo clone dei succitati. Anzi, l'impressione è di aver a che fare, finalmente, con qualcuno che ha idee e capacità superiori alla media nell'ambito dell'ultra inflazionato post – hardcore.
Se "Embers", la traccia d'apertura, riporta immediatamente alla memoria le atmosfere apocalittiche di "Through Silver In Blood" (introduzione percussiva, successiva detonazione fonica spaventosa, riff agonizzanti e disturbi elettronici come suggello finale), proseguendo nell'ascolto ci s'imbatte in un caleidoscopio d'influenze disparate, che allargano notevolmente la visione musicale del complesso: "The Orphans Of Piety" evoca liturgie di matrice tooliana, ed è impreziosita dall'inserimento, tanto inaspettato quanto efficace, della voce di un sassofono, tratteggiante una mesta melodia; in "Circle Of Ashes" si strizza l'occhio al post rock dei Godspeed You ! Black Emperor, con tanto di voce narrante presente nel brano; la conclusiva "Ceremony Ex Stasis" è la summa di tutto quanto di buono i Minsk ci hanno presentato fino ad ora: esotismi, doom psichedelico, esplosioni sludge – core, ancora fiati, interferenze di synth e campionamenti vari, ritmi obliqui, gusto per lo sviluppo progressivo del pezzo, che fluisce senza cesure né interruzioni.
Proprio la capacità di organizzare omogeneamente tante influenze disparate rende "The Ritual Fires Of Abandonment" un'opera notevole: utilizzando materiali preesistenti i Minsk riescono a suonare coinvolgenti e personali, nonostante non creino nulla di totalmente nuovo. Se volete ascoltare qualcosa di emozionante e non normativo, non potete ignorare questo disco.
S.M.