[Power Metal] Helloween – Live In Sao Paulo (2007)


[CD1] Intro – The King For 1000 Years – Eagle Fly Free – Hell Was Made In Heaven – Keeper Of The Seven Keys – A Tale That Wasn’t Right – Mr.Torture – If I Could Fly – Power
[CD2] Future World – The Invisible Man – Mrs.God – I Want Out – Dr.Stein – Occasion Avenue – Halloween

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Il titolo è molto più lungo, l’abbiamo limitato per problemi di spazio, o anche perchè non avevamo voglia di scriverlo tutto. Questo nuovo “Keeper Of The Seven Keys – The Legacy World Tour 2005/6, Live In Sao Paulo” è una testimonianza del lunghissimo tour effettuato da Weikath e soci, dopo la pubblicazione del controverso terzo capitolo di una delle saghe più apprezzate e famose della storia dell’hard & heavy.
Il prodotto è in linea con gli standard qualitativi attuali, quindi non aspettatevi suoni grezzi o stecche di qualsiasi tipo, il live è prodotto in modo anche troppo plasticoso specialmente per quanto riguarda i suoni della batteria. Il gruppo è sicuramente in palla, e offre quasi due ore di power che coinvolgono in pieno i fans del Sud America, gasatissimi e partecipi al 101% (qua e là grazie anche a qualche trucchetto da studio, ma il loro calore è sincero e continuo a prescindere), sicuramente ancora legati a un monicker che ha davvero dato molto al movimento teutonico negli anni ottanta.

Avevamo espresso le nostre perplessità sul disco di inediti due anni fa, non manchiamo di esprimerle su un disco che non mancherà di coinvolgere gli aficionados della band, ma che lascerà quanto meno perplessi tutti gli altri. Non tanto per il buon Deris, cresciuto tantissimo anche dal punto di vista vocale negli ultimi anni e autore di buone prove anche on stage (oddio, su Eagle e Keeper io un po’ di nostalgia la ho eh, ndr), quanto per un gruppo che sembra limitarsi a svolgere il proprio compito, consapevole di portarsi sulle spalle un passato pesantissimo, senza strafare e osare nulla.
In ogni modo il mio è sicuramente un parere da nostalgico dei tempi che furono, il live è tutto sommato un buon prodotto: se siete legati alle ultime produzioni e conoscete i cavalli di battaglia di sempre del combo fatelo vostro senza remore. Se però vorreste rivedere Kiske e Hansen insieme agli altri due (ricordando il buon Ingo, RiP, ndr) a suonare Future World come una volta, se siete convinti che la direzione giusta per non rischiare di diventare patetici era quella percorsa fino ai bellissimi “Better Than Raw” e  “The Dark Ride”, se vi snerva il falsetto forzato del comunque bravissimo Andi, se Weikath vi sta sulle balle e credete che Großkopf sia l’unico ancora degno, state alla larga da questo nuovo cd.

P.N.

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