[Punk Rock] Bad Religion – The Dissent Of Man (2010)



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Si potrebbe essere spietati e liquidare questo disco con poche parole, oppure cercare di ricordarci che sulla copertina c’è scritto Bad Religion e che i signori di cui sopra hanno scritto la storia dell’hardcore melodico, una storia che comincia nell’ormai lontano 1979 e che tra alti e bassi arriva fino ad oggi. Certo con momenti davvero bui, dischi sbagliati, cambi di formazione, ultimo in ordine di tempo l’abbandono di Brett Gurewitz che ha fatto pensare più volte alla fine del gruppo. E invece no, Brett torna e comincia un nuovo corso che ha l’aspetto di tre dischi, “The process of belief”, “The empire strikes first” e “New maps of hell”, dischi in cui i nostri hanno dimostrato di saper suonare ancora freschi e ispirati senza lasciare l’imitato ed inimitabile sound che li contraddistingue.

“The dissent of man” in questo senso rappresenta una spiacevole battuta di arresto rispetto al crescendo a cui ci avevano abituati e forse anche viziati. La formula ovviamente è sempre la stessa, collaudatissima, tappeti di batteria, cori infiniti e il tipico cantato di Greg Graffin, manca però la scintilla che unisce tutte queste cose e che ti porta dopo poche battute ad unirti ai cori per dare ancora più enfasi al pezzo. Spiace dirlo, ma a parte pochi episodi, questa scintilla fatica ad accendersi e anzi si spegne nel momento in cui nella prima traccia si cita (o autoplagia) “Sinister rouge” e un pochino cadono le braccia, cercate di capire.

Nel complesso il disco manca principalmente di pezzi forti, il rischio di distrarsi un attimo e ritrovarsi quattro tracce dopo senza accorgersene è fortissimo, colpa dei brani non mordono e graffiano come potrebbero, è tutto troppo tranquillo, delicato, ripulito. Sicuramente un disco del genere farà discutere molto i fan, ma è sempre lo stesso discorso, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? A voi la scelta.

Livio Novara

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