A-Lex I – Moloko Mesto – Filthy Rot – We’ve Lost You – What I Do! – A-Lex II – The Treatment – Metamorphosis – Sadistic Values – Forceful Behavior – Conform – A-Lex III – The Experiment – Strike – Enough Said – Ludwig Van – A-Lex IV – Paradox
http://www.sepultura.uol.com.br
http://www.spv.de/eng/steamhammer/default.html
“A-Lex” ci toglie quel dubbio che era sorto ai più nel 2006, anno d’uscita di “Dante XXI”: “Roorback” è stato un incidente di percorso. Questo album è un bel ritorno sulla scena del combo brasiliano, dopo un periodo ricco di concerti (ben tre le calate italiane) e tante novità, tra cui l’ingresso di Jean Dollabella come sostituto dello storico Igor Cavalera.
Questa release è il lavoro più sperimentale dai tempi di “Roots”. Rischiosa ma ben riuscita è la scelta di trasportare in musica la storia di Alex DeLarge, rappresentata su carta da Anthony Burgess e su pellicola da Stanley Kubrick: una fusione perfettamente amalgamata tra thrash, hardcore, parti industrial (l’inizio di “Filthy Rot”) e la musica classica, omaggiata nella riuscita “Ludwig Van”, il miglior pezzo di “A-Lex”. Un disco nel quale il ruolo del bravo Derrick Green, che darà sfoggio di un’inaspettata versatilità in “Sadistic values”, è marginale rispetto al passato: ampio spazio alla musica, con ben quattro tracce strumentali, che ripercorre alla perfezione il percorso della storia del personaggio che rese famoso l’attore Malcolm McDowell. La vecchia guardia Kisser-Paulo Jr, a distanza di anni (quasi venticinque…), non delude; l’ingresso di Jean Dolabella, già apprezzato dal vivo negli ultimi due anni, si dimostra azzeccato anche in studio e non ci fa rimpiangere l’abbandono dello storico Igor Cavalera.
Un disco strano, sperimentale, che necessita di molti ascolti per essere assimilato a dovere. Per il resto, la conferma che la classe dei Sepultura, anche senza i due carismatici fratelli, non manca: la strada del concept album, iniziata con “Dante XXI”, sta dando ottimi risultati e conferma che la band brasiliana, almeno sui brani inediti, riesce a vivere anche senza lo scomodo peso dei fratelli Cavalera sul groppone.
Nicola Lucchetta