[Thrash Metal] Soulfly – Omen (2010)

soulfly omen

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Dopo un’accoppiata bomba come “Dark ages” e “Conquer”, ci sta tirare un attimo il freno a mano e fare un lavoro che possa apparire, al confronto, sottotono. Questo è “Omen”: un onestissimo disco che mantiene comunque l’alta qualità caratterizzata dal progetto post-Sepultura di Max Cavalera, ma che in un confronto con il recente passato ne esce sconfitto.

Una produzione più grezza, curata dall’accoppiata Max Cavalera-Logan Mader, ci presenta dodici pezzi in piena tradizione Soulfly: al tupa tupa dell’opener “Bloodbath and beyond” e alla “Rise of the fallen” con Greg Puciato dei Dillinger Escape Plan, che ricorda le atmosfere di “Primitive”, il compito di aprire un album che non offre nulla di nuovo rispetto al passato. Uniche eccezioni la Prong-style “Lethal injection” con Tommy Victor come special guest e “Soulfly VII”, strumentale che continua la tradizione dei precedenti dischi e, a conti fatti, il miglior episodio della release.

Il difetto di “Omen” è essere stato pubblicato dopo i più che buoni “Dark ages” e “Conquer” e, prima, l’onestissimo “Prophecy”, capaci di rilanciare a mille la storia di una band che sembrava caduta in un binario morto già al terzo disco. Parliamo comunque di un album che si incasella alla perfezione nella storia di una band che, grazie soprattutto al talento di Marc Rizzo, si è scrollata di dosso negli anni la maschera di progetto solista di Max Cavalera.

Nicola Lucchetta

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