[Thrash Metal] Squealer – The Circle Shuts (2008)

The Sources Of Ignition – Mask Of The Betrayer – New Saviour – Grey – Godlike – These Urges – Thrasher – Martyrs Of The Half Moon – I Came For You – Once Fallen – The Circle Shuts

http://www.squealer.de/cms/
http://www.afm-records.de/

Il cantante Andy Allendörfer ha lasciato un vuoto emotivo e uno tecnico dopo la tragica scomparsa (incidente automobilistico), ma i suoi Squealer provano a  rimettersi in corsia ripartendo da Norbert Vornam, il sostituto di Andy, e da K.K. Downing (Judas Priest), che di recente ha speso dolci parole a favore della band tedesca, qualificandoli come una delle migliori formazioni europee sulla piazza.
The Circle Shuts è il sesto disco, e si concretizza ben tredici anni dopo quel “Wrong Time, Wrong Place” che tanto interesse suscitò tra il pubblico dedito al thrash metal. Oggi sembra che la ricerca del modernismo abbia assunto la priorità nei metodi di lavoro, e gli Squealer si abbandonano allo studio di un suono adatto ai tempi correnti senza badare troppo alla forma e nemmeno allo stile che li ha condotti fino alla nuova pubblicazione.

The Circle Shuts si traduce in un disco sospeso tra il modernismo a tutti i costi, come preannunciato, e l’arrangiamento timoroso, il tutto a discapito della pura composizione. A rinforzare il senso di un disegno incompleto è proprio l’interpretazione vocale di Norbert Vornam, una sorta di “cattiveria meditata” che trasmette il messaggio contrario a quello ricercato: la mancanza di Andy è così addirittura accentuata. I momenti “clou” coincidono con The Sources Of Iognition, Mask Of The Betrayer e New Saviour, il trio d’apertura, buone cavalcate telluriche che, ad ogni modo, non riescono a giustificare l’acquisto del prodotto.

The Circle Shuts è appetibile per i fan di vecchia data e per i collezionisti, a tutti gli altri consiglio di virare su proposte simili ma dal livello qualitativo certamente più elevato. Date un occhiata al nostro portale perché qualche “perla” (chi ha detto Destruction?) l’abbiamo da poco recensita.

Gaetano Loffredo

 

Lascia un commento