Blood Fire War Hate – Unleash – Paranoia – Warmageddon – Enemy Ghost – Rough – Fall Of The Sycophants – Doom – For Those About To Rot – Touching The Void – Soulfly Vi
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La trasformazione è oramai avvenuta. Il precedente, bellissimo per chi scrive, “Dark Ages” aveva messo in chiaro che il periodo tribale e le influenze crossover erano oramai agli sgoccioli. Il progetto insieme al ritrovato fratello Igor e questo sesto capitolo della saga Soulfly chiudono il cerchio: Max Cavalera è tornato definitivamente al binomio thrash/death metal, combinazione che fece grandi i Sepultura a cavallo tra gli ottanta e i novanta; attitudine hardcore, riffs taglienti e velocità senza compromessi sono i principali elementi caratterizzanti “Conquer”, disco che vede tra le altre cose anche collaborazioni importanti (Dave Vincent e Dave Peters per fare i due nomi più noti) e un solo rimando acustico a quanto è stata questa band dall’omonimo in poi (“Soulfly VI”).
Insomma dopo aver creato un trademark con “Arise” e “Chaos Ad”, dopo aver contribuito in maniera determinante all’affermazione del nu-metal contaminato da sonorità tribali ed etniche con “Roots” e con l’esordio già citato dei Soulfly, Max decide di celebrare il passato e di fare felici schiere di fans che gli hanno concesso per molti anni di esplorare tutti i lati musicali che desiderava. “Conquer” è un album per nostalgici, ben composto (superlativo il guitarist Marc Rizzo, davvero un musicista completo che è esploso negli ultimi anni), aggressivo e molto tirato; benchè inferiore al predecessore, è consigliato soprattutto a chi ha gradito il debutto dei Cavalera Conspiracy e a chi è un inguaribile affezionato a “Dead Embryonic Cells” e simili.