“Smoke + Mirrors”, il secondo full-length degli Imagine Dragons, si candida probabilmente ad essere il disco con il peggior rapporto spessore artistico/vendite del 2015 ed è ad oggi un’improbabile panoramica degli effetti del successo che esplode tra le mani. Perché succede poi che il gruppo debba vincere a tutti i costi e si ritrovi ad incolonnare una sequenza di brani che nulla hanno a che spartire l’uno con l’altro, un’accozzaglia di idee prese in prestito alternata alla riproposizione di formule collaudate. Risultato? Nell’album ogni fan abbozzato ha qualcosa a cui aggrapparsi per continuare ad elogiare i nuovi colossi ed uscire dai loro concerti estasiato per la gran cassa a centro palco, percossa dal frontman come se i decibel potessero stabilire quanto stia andando forte. Tanto poi c’è l’EDM che arriva a mischiare le carte in studio. Ci sono anche gli esperimenti già portati a termine da band fresche come i The 1975 da replicare in scioltezza e in sicurezza.
Ma tra synth sapienti ed emulatori i californiani sanno anche mescolare elementi che dovrebbero continuare a catalogarli come rock band. Per questo non manca qualche riferimento all’alt-rock di successo degli ultimi anni. Si salvano l’opener “Shots” e le chitarre distorte di “I’m So Sorry”, e di sicuro anche i singoli “I Bet My Life” e “Gold” non sono stati prodotti a occhi chiusi, ma il resto non è collocabile all’interno di un’unica tracklist.
Un gran peccato perché i lavori che gli Imagine Dragons hanno creato per colonne sonore ed eventi videoludici (un esempio su tutti quella “Warriors” nata dalla collaborazione con la Riot Games) sono più incisivi e dimostrano che è solo sul territorio dell’intrattenimento preso come episodio singolo che gli Imagine Dragons sanno muoversi. Per questo da un loro disco non sembra poter venire fuori qualcosa di interessante, mentre i loro singoli smuovono tutto. Basta accettarlo e riconoscere che si sta parlando di una delle band di maggior successo del decennio, che con le urla di Dan Reynolds sopperisce ad altre evidenti mancanze.
“Smoke + Mirrors” dovrebbe mettere le mani avanti sulla disillusione di un fenomeno che si basa successo istantaneo, ma di fatto è fumo negli occhi ed è uno specchio per le allodole. Che il titolo ci prenda un po’ tutti per il culo?