Pur avendo ben altri argomenti in grado di sfidare la legge di gravità, a Maria e soci questa volta non riesce di evitare una battuta d’arresto nell’ascesa al successo conosciuta negli ultimi anni dopo la fortunata parentesi di “Blood” e “Black Widow”: questo sesto lavoro di studio continua a livello di resa sonora e produzione sulla scia dei precedenti, grazie alla direzione stilistica presa qualche tempo fa e alla conferma alla produzione di Kevin Churco che accompagna gli In This Moment fin dal loro secondo album, ma senza sorprendere.
Spazio quindi a un suono industrial poco incisivo, che soffoca gli accenti metalcore della band e ne mette bene in mostra i lati più pop e gotici. Dal punto di vista delle tematiche e dei testi, la vena di Maria si fa meno provocatoria per seguire quello che lei stessa definisce un lato più spirituale di sé, che ha molto da dire e insegnare alle donne, anche senza essere per forza audace e troppo aggressivo: ce ne pentiremo in sede live, dove la parte visiva accompagnava da sempre degnamente le performance vocali della bionda cantante? Speriamo di no…
Il disco non apre benissimo nonostante le attese: la prima traccia è una intro dagli echi medievali che traghetta in maniera diabolica verso il successivo trio poppeggiante iniziato dal singolo “Oh Lord“, che sta già ben figurando nelle classifiche nonostante non sia una canzone eccelsa.
Di seguito “Black Wedding“, un brano che fila dritto nella sua costruzione semplice qual è, seguito dall’ambiziosa cover di “In The Air Tonight”, piuttosto fedele all’originale di Phil Collins a dire il vero: la voce femminile e caratteristica di Maria inizialmente suona molto emozionale, ma il resto della canzone sembra un compitino fatto piuttosto meccanicamente, riducendo l’impatto che la versione originale ottiene nel cambio di ritmo centrale.
Seguono alcune tracce banali come “Joan of Arc” e “Roots”, mentre tocca a brani più canonici per il gruppo e le sue sonorità accontentare i fan storici e le loro attese verso questo album. Attese che mi sento di dire mal riposte, dato che brani come “Twin Flames” e “No Me Importa” non possono soddisfare completamente.
Meglio sarebbe stato inserire in tutte le versioni del disco la cover di “Creep” dei Radiohead, anziché regalarla al solo mercato jappo: forse due cover in un solo disco sarebbero state troppe, ma di sicuro questa è meglio riuscita della sterile “In The Air Tonight”.
Aspettiamo nuove dal gruppo, sperando che Maria non decida di seguire anche sul palco questo trend più casto e tranquillizzante, che di tranquillità e sobrietà i live degli In This Moment, e i loro fan, non hanno proprio bisogno.