Kensington – Control

kensington-controlOlandesi, i Kensington sono una band nata nel 2005, e sfornano singoli a ripetizione con una naturalezza disarmante. Il nuovo ‘Control’ conferma la loro attitudine radiofonica, con pezzi di presa praticamente immediata questa volta accompagnati da una crescita compositiva che trasforma alcuni momenti in un rock pop di altissimo livello.

Inquadriamoli questi Kensington. Olandesi ma di attitudine sonora molto britannica, sfoderano un rock sensuale a tratti quasi indistinguibile da quello dei Kings Of Lion, ai quali aggiungono una leggerezza puramente pop riconducibile alle caratteristiche di gruppi come gli Imagine Dragons. La tonalità vocale del cantante Casper Starrevelt contribuisce ad associare al primo ascolto i Kensington ai Kings Of Leon, soprattutto nelle parti vocali dei versi, spogliate dell’esplosione strumentale dei ritornelli. La produzione è di altissima qualità, differenzia i suoni di tutti gli strumenti con sovraincisioni ad hoc che danno profondità e atmosfera ai pezzi, soprattutto quelli più ricercati e meno immediati.

L’album è talmente scorrevole che fila via liscio in maniera spontanea, tanto che per riflettere sui singoli pezzi occorre tornare indietro più volte perché senza accorgersene si avanza di quattro, cinque canzoni in uno stato di trance da easy listening. Non che i pezzi non reggano da soli, perché presi singolarmente risulta difficile immaginarne uno che non faccia bella figura nelle classifiche radiofoniche. Forse ‘Storm’, la più raccolta, che ricorda il folk di Paolo Nutini, è la più inadatta alla rotazione radiofonica, ma si tratta di una breve parentesi comunque piacevole, dove la voce di Casper si fa recitativa e l’atmosfera rimane scarna, dialogante, a luci spente.

I dieci pezzi restanti sono tutti di presa immediata, melodici, coinvolgenti. Dieci singoli. Si parte con ‘Do I Ever’, che ti prende subito per mano e con le suole librate a centimetri da terra, leggeri, si viaggia su note piacevoli e melodiche, che coinvolgono in un mood positivo e un ritornello aperto a un coro vocale che regala un tocco di epicità. Inizio davvero convincente che continua con ‘Fiji’ e ‘Slicer’, capaci di offrire dei ritornelli di salda presa, da canticchiare spensierati, con un sapiente uso di sintetizzatori appena abbozzati, ci si mantiene costantemente su quella linea di demarcazione molto flebile tra rock e pop di qualità. ‘Regret’ è un punto di rottura, il primo, per quanto riguarda le atmosfere di ‘Control’. Il ritmo si fa più seducente, sincopato, e la voce di Casper è valore aggiunto, in un pezzo profondo e ammiccante. Si torna subito a esplorare campi sonori di presa facile, con una ballata emozionante, ‘All Before You’, dove le melodie tornano solari ma non banali, e convincono senza riserve.

L’attitudine è rock, le melodie pop. La ballata arriva, ed è all’altezza del resto dell’album. ‘Sorry’ si apre con piano e voce, la melodia avvolgente, emozionante. Il finale in crescendo non può non coinvolgere il più scettico e duro degli ascoltatori. La title track ‘Control’ apre con un anticamera di chitarra e voce, dall’atmosfera inusuale, più ricercata, così come la melodia, per una volta più profonda, seriosa. Il pezzo è bellissimo, e sfocia in un’esplosione di cori e strumenti. ‘Rely On’ è il pezzo più pop dell’album, richiama l’immediatezza dei Coldplay e degli Imagine Dragons. ‘Bridges’ è un altro pezzo da classica, praticamente perfetto, forse il migliore dell’album, melodia e costruzione incredibilmente efficaci. Dopo la già citata ‘Storm’, la chiusura arriva con ’St.Helena’ che abbandona anch’essa la facilità e immediatezza del pop, per solcare terreni più rock, in un pezzo di livello altissimo, pieno di passione.

I Kensington offrono un ascolto piacevole e scorrevole con questo ‘Control’, ma attenzione a non considerarli un gruppo superficialmente pop. Riescono ad unire rock e melodia da rotazione radiofonica in maniera non banale e incredibilmente efficacie. Ormai una sicurezza.

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