Con due decenni di ritardo e da un Paese non europeo, una venticinquenne che ha alle spalle dieci anni di studi musicali al Berklee College of Music di Boston tira fuori una hit dance da 150 milioni di visualizzazioni su YouTube, e lo fa senza ritornello. “Hideaway”, singolo trascinante che ha portato Kiesza nei dancefloor di tutto il mondo, si limita a dei concitati “uuuuh” e “aaaah” per entrare nella testa degli ascoltatori meno esigenti del 2014.
Si parla molto di fenomeno fuori script, considerando la geolocalizzazione dell’artista e soprattutto il panorama all’interno del quale si inserisce, ma a voler aguzzare occhi e orecchie forse qualcosa torna. Il successo planetario di “Hideaway” a cosa potrebbe essere dovuto? Intanto ad un video in cui la canadese balla con grande appeal una delle coreografie più ipnotiche degli ultimi anni, con un outfit studiato per far breccia nell’immaginario collettivo. Poi le foto promozionali con il seno (già astutamente compresso nel videoclip) gonfiato per straripare tra le bretelle nere e il top bianco. Vi pare poco? Allora aggiungiamo il sound vincente da hit house d’Oltreoceano che in Canada sfornano una volta nella vita, così siamo a cavallo.
Singolone a parte, possiamo salvare giusto “No Enemiesz” e quella “Giant In My Heart” in cui ci si accorge delle buone doti canore, le stesse che potrebbero portare i discografici a pilotarla verso il pop più stretto, quello dei ritornelli e degli acuti preconfezionati.
Se su quattordici tracce lo skip si abbatte su almeno una decina di brani, non ci si stupisce più di tanto (in fondo non sono molti i dischi del genere a sopravvivere ai propri singoli), ma non ci sarà neanche da stupirsi se la giovane Kiesza dovrà ricorrere a qualche nuovo espediente in futuro per continuare a portare a casa il risultato.
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