Lambstone – Hunters & Queens

Hunters & Queens” è il disco d’esordio della band lombarda dei Lambstone su etichetta Vrec, prodotto da Pietro Foresti. L’album corona una lunga gavetta e un’altrettanto travagliata gestazione ed è composto da 9 tracce inedite oltre la cover riarrangiata di “Dust in the Wind” dei Kansas.

Due i filoni in cui si possono dividere i brani che compongono la release, secondo i due macrotemi con cui si possono sondare anche gli animi umani: da una parte la tematica del cacciatore, che riconduce al modello delle persone che non mollano mai, che sono alla continua ricerca di nuovi stimoli e nuove prede  (“Sun”, “Hunting”, “Stronger”), spinti avanti dal motto “Ciò che non uccide fortifica”. Dall’altra parte si sonda il tema dell’amore e la visione dell’universo più al femminile in brani come “Queen”, “Grace”, “Hopeless” o “Violet”. Sullo sfondo sempre incubi noir a tinte forti, fatti di cronaca raccontati in “Jesus” (nome del violento assassino di Mia Zapata dei The Gits), amanti violenti, peccati e disobbedienze per un album che non manca di emozionare con la forza di un rock sanguigno e a tratti esoterico.

I Lambstone ci regalano un disco completo e variegato, che suona molto rock, spesso con coordinate post grunge: ci troviamo di fronte a un cantato caldo, che trasmette la giusta dose di inquietudine e tormento e che sa graffiare quando deve. Tutto secondo tradizione, se come modelli ti poni gente come Pearl Jam, Soundgarden o QOTSA … Diciamo che i Lambstone hanno tutte le carte in regola per inserirsi in un solco che soprattutto fra USA e Canada annovera numerose band con sonorità in realtà diverse ma con radici e tematiche comuni che li riconducono al vecchio filone delle camicie di flanella.

La sorpresa nella chiusura con la cover di “Dust in the Wind”, un classico dei Kansas del 1978, che prende nuova vita in chiave elettrica, con una voce ben più secca e arrabbiata dell’originale, che dona al brano una nuova veste, appesantita da cori e ruvidezza al punto giusto. Personalmente ho trovato “Jesus” e “Queen” i brani più azzeccati del lotto, in attesa di una verifica live delle potenzialità espresse in questo lavoro di debutto, magari al prossimo Pistoia Blues Festival di luglio.