La Lunga Attesa nuovo album dei Marlene Kuntz uscito il 29 gennaio è un titolo azzeccato. La lunga attesa dei fan dei primi Marlene, che finalmente tornano a sentire quel muro di suono che tanto è mancato negli ultimi lavori della band di Cuneo; lunga attesa per gli stessi Marlene che dopo aver esplorato altre sonorità, aver litigato con la loro base più intransigente e allo stesso tempo averla accontentata con le celebrazioni per il ventennale di Catartica, sembrano aver trovato la quadratura del cerchio.
L’album come detto suona ruvido. L’intenzione è proprio quella di farlo suonare così: molte chitarre distorte e sovraincisioni a gogo. “Niente di nuovo”, “La noia”, “Città dormitorio”, e “Fecondità” sono il quartetto più spinto, mentre “Il sole e la libertà”, “Un po’ di requie” e “Un attimo divino” hanno decisamente un altro appeal: soffice se dobbiamo scomodare un aggettivo.
Non si può parlare di un album dei Marlene senza citarne il songwriting del leader Cristiano Godano. Se fino a “Bianco sporco” la vena creativa era a dir poco in stato di grazia, altrettanto non si può dire per i lavori successivi. E’ giusto riconoscere che i tempi sono cambiati e che oggi non sarebbe nemmeno più credibile tornare a ringhiare testi sublimi ma comunque taglienti e violenti come in passato. Ci si evolve, in questo va dato merito a Godano di averlo fatto e di essere passato a trattare con la sua consueta maestria e padronanza della lingua italiana temi nuovi e più moderni.
La sensazione globale è che i Marlene vogliano lasciare definitivamente ad altre realtà musicali il compito di fare da band guida di una generazione, sia musicalmente sia nei testi, consapevoli che, in questo, il loro compito sia stato portato a termine ben vent’anni fa. La generazione che hanno accompagnato (che ora naviga tra i trenta e i quarant’anni), non ha più bisogno di loro da questo punto di vista. Gli adolescenti di oggi hanno altre band da seguire, i Marlene invece hanno solo voglia (e non è poco) di fare musica che li soddisfi e che soddisfi chi li ascolta. Questa è la loro missione, c’è voluta una lunga attesa per definirla. Ma ora è realtà.