Persona: il corpo umano secondo Marracash

A tre anni dal successo di “Santeria”, in collaborazione con Gué Pequeno, il rapper Marracash torna sulla scena con il suo nuovo disco “Persona“. L’album è stato anticipato da un hype notevole specialmente in seguito all’annuncio sui social delle nove collaborazioni di altri artisti al suo interno: tra queste figurano nomi già noti al grande pubblico (Sfera Ebbasta, Coez e l’immancabile Gué Pequeno) ed emergenti (Massimo Pericolo, Madame, Tha Supreme).

Il disco è un concept album, forma decisamente poco esplorata nella musica commerciale moderna, dove ogni canzone rappresenta una parte del corpo e l’insieme di esse va a formare per l’appunto la “Persona”. In apertura “BODY PARTS – I denti”, che è un’introduzione al contenuto dell’LP; al suo interno vengono nominate tutte le parti del corpo presenti nel disco. Un monologo finale tratto da “Persona” di Ingmar Bergman (1966) chiude il brano. Ad esso segue “QUALCOSA IN CUI CREDERE – Lo scheletro”, con una strofa affidata a Gué Pequeno. Lo scheletro rappresenta le certezze, la stabilità e le sicurezze, che nel pezzo vengono a mancare a causa di vizi e sofferenze vissute, ma soprattutto a causa della dilagante disinformazione generale.

Questo elemento fa da collante con la terza traccia, “QUELLI CHE NON PENSANO – Il cervello”, un incredibile tributo a Frankie Hi-Nrg che presta il celebre beat della sua “Quelli che benpensano”. La canzone è sicuramente all’altezza dell’originale grazie al ritornello vagamente underground di Coez e alle tematiche crude e terribilmente attuali al suo interno: “QUELLI CHE NON PENSANO” denuncia la scarsa informazione e autonomia della società attuale, delineando fondamentalmente un popolo perso, disorientato ed attaccato a “tutto ciò che luccica” (non per niente la strofa di Marracash comincia con una sorta di ode ai social: “O mio algoritmo che stai nei server”) senza usare il proprio cervello.

Dopo un ricordo – nostalgico ma non troppo – delle proprie origini e un’accettazione del proprio sangue con l’aiuto dell’abilissimo emergente Massimo Pericolo (“APPARTENGO – Il sangue”), Marracash si lascia andare in un “gioco dei se” con “POCO DI BUONO – Il fegato”: dopo l’intro di “Un ragazzo di strada” della band I Corvi il rapper immagina una serie di cose che gli fanno “rodere il fegato” all’interno della vita di tutti i giorni: Internet, legge, stato e politica, esplora una serie di temi controversi per immaginarsi un mondo senza parti negative di questi; un mondo, a suo dire, più “godibile”.

“BRAVI A CADERE – I polmoni”, oltre ad essere uno dei maggiori successi commerciali del disco, racconta un’ansia vissuta nei confronti degli altri nei rapporti sociali: il significato del brano è però abilmente nascosto sotto la confortevole melodia da hit e dalle sonorità marcatamente pop. In “NON SONO MARRA – La pelle” Marracash e Mahmood regalano un brano ironico legato ai meme sulla loro apparente somiglianza, giocando molto sul loro comune colore mulatto della pelle e parlando in generale di come molte persone tendano a soffermarsi esclusivamente sulle apparenze. Seguono due tipi diversi di ego trip (celebrazioni del proprio ego con gli altri): il primo è “SUPREME – L’ego”, con il ritornello killer dell’originale emergente Tha Supreme e una strofa di Sfera Ebbasta; il secondo è “SPORT – I muscoli”, con la collaborazione del rapper napoletano Luchè. Rispettivamente rappresentati ego e muscoli, l’intenzione di Marracash qui è probabilmente differenziare la trap più commerciale caratterizzata dal trarre successo da soldi, droga e autocelebrazione, dalla trap più vicina al “gangsta rap” incentrata più sul vissuto criminale vero e proprio.

“DA BUTTARE” (la cui didascalia è il cazzo) snocciola una serie di vizi generici (i classici alcol, droga e sesso). Molto più profonda è invece “CRUDELIA – I nervi”, altra grande hit di “Persona”, dove Marracash racconta in modo abbastanza diretto la relazione tossica con la sua ex, descritta come un rapporto che lo ha consumato fisicamente ed emotivamente e più volte ha messo in difficoltà il rapper con altre persone.

“G.O.A.T. (greatest of all time)” invita l’ascoltatore ad ascoltare il proprio cuore, a valorizzare se stesso attraverso l’autostima e ad arrivare “al top” per diventare appunto il G.O.A.T., senza vergognarsi di chi si è e strumentalizzando i propri fallimenti per trarne degli insegnamenti. Segue “MADAME”, in collaborazione con l’omonima rapper emergente, che porta un ritornello ed una strofa impeccabili. Il brano presenta un dolce dialogo con la propria anima, rendendolo uno dei pezzi più commoventi del disco; il rapporto tra corpo e anima è una sorta di costante inseguimento, uno sfiorarsi, rappresentato visivamente con la scena di due amanti che non riescono mai a toccarsi totalmente.

“TUTTO QUESTO NIENTE – Gli occhi”, è la dichiarazione di un rapper ormai sulla cresta dell’onda che ragiona sulla totale vanità ed effimerità del denaro e della fama su una base underground e malinconica caratterizzata da un sax struggente che percorre tutto il brano dandogli un’atmosfera addirittura R&B a tratti. In chiusura “GRETA THUNBERG”, lo stomaco della “Persona” costruita da Marracash, il cui ritornello è curato da Cosmo. Il brano si articola sulla sottile linea tra impegno e disimpegno, citando anche nel titolo uno la giovanissima ambientalista svedese Greta Thunberg e le sue visioni a tratti drasticamente apocalittiche sul mondo.

La scena hip-hop in Italia è attualmente la più dinamica in assoluto senza ombra di dubbio. Questo ha dei lati negativi – basti vedere tutti i rapper che sbucano come funghi e non fanno altro che copiarsi l’un l’altro per cavalcare l’onda del genere – ma sicuramente ha dei lati positivi, poiché nell’enorme produzione annuale spiccano alcune opere definibili veri e propri capolavori. “Persona” è uno di questi, riportando Marracash in vetta alle classifiche e ricordando a tutti chi è il king del rap.

Alberto Riccardino