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Registrato presso il Teatro Petrella in quel di Longiano (per chi non lo sapesse è in provincia di Forlì-Cesena ndr), il progetto Beautiful cela dietro di sé i Marlene Kuntz più il fidato Maroccolo che giocano a mescolare il loro sound, già particolare, con un partner d’eccezione: un certo musicista e produttore scozzese, Howie B, con cui hanno collaborato, tra gli altri, nomi del calibro di U2, Bjork e Tricky, solo per citare i più famosi.
Diciamo che l’intento riesce abbastanza, ci sono pezzi veramente riusciti come l’opener “Pow Pow Pow” in cui la musicalità marlenica si mischia alla perfezione ai suoni elettronici e crea un mix dirompente, oppure nel singolo scelto “In Your Eyes”, che si sposta verso lidi sonori più recenti del gruppo cuneese e dove la presenza di Mr. Howie rende il tutto più epico e corale. Un po’ interlocutorie rimangono le strumentali “Tarantino” e “Fatiche”, mentre è gustosa la cover dei Jefferson Airplane “White Rabbit”; carina anche l’orientaleggiante “Suzuki”, il cui nome stesso evoca l’atmosfera che si respira.
Verso il finale va meglio, la movimentata “Gorilla” col suo noise tirato ci ridesta dal torpore in cui ci aveva spinto il malinconico, sebbene intrigante, blues di “What’s My Name”, ma summa di tutto ciò che abbiamo sentito fino ad ora è la complessa “Flowers” che nei suoi quasi quindici minuti di sperimentazione sonora, rumorista e rock regala particolari emozioni.
A chiudere l’ipnotica “I Can’t Play and I Don’t Want To”, che ricorda per certi versi le sonorità evocate da “Danza” in “Senza Peso” ma rese ancora più rarefatte e minimali.
Beautiful ha il pregio di spingere un po’ più in là gli orizzonti musicali di una band che limiti precisi probabilmente non si è mai posta. Per chi ama i Marlene fermata obbligata. Per gli altri, fermata consigliata.
Renato Ferreri