Frozen Souls – Lovetrap – Keep Me Dry – Somehow – So Much Left To Say – Is It You – For A While – Blue World – Out Of My Way – Dressed In Satin – Vomiting – No Name No. 12 – No Harm
http://www.myspace.com/navelofswitzerland
www.louisville-records.de
In un certo senso, il trio svizzero dei Navel è piuttosto inquietante. Non solo la musica che suona si ispira smaccatamente a quanto fatto dai Nirvana, ma anche il look stesso paga un forte tributo verso la band di Cobain. Oggi si parla molto di post – grunge e affini: non in questo caso, dato che qua di post non c’è nulla. Il calendario segna il 1992 e pare non ci sia verso di schiodarlo.
Un suono a tinte scure e dalle opacità inquietanti, quindi, ricco di cattive vibrazioni e di rimandi al punk ed al noise – rock più basilare. Così abbiamo brani come “For A While”, tunnel claustrofobico che non sfigurerebbe all’interno di “Incesticide”, oppure come “So Much Left To Say”, altro coacervo di distorsioni a metà strada fra “Territorial Pissings” e il mood di “Bleach”. Non di soli Nirvana vivono i Nostri, però. Ci sono, infatti, altri scampoli di Seattle – sound all’interno del disco, ad esempio “Is It You”, vicina a certi Soundgarden sepolcrali. Ovviamente in tutto questo discorso non può mancare il nome dei Melvins, il cui influsso è ben camuffato ma spesso presente negli episodi più deragliati dell’album.
Però i Navel dimostrano che, tutto sommato, sanno anche oltrepassare la barriera temporale dei primi anni Novanta e riallacciarsi a sonorità diverse e, a volte, più recenti. A sottolineare questa capacità ci pensa la title – track, forse l’episodio migliore dell’opera: slide guitar e armonica indicano un interesse per il blues e il southern non casuale, che viene ribadito in “Vomiting”, e che cita Queens Of The Stone Age e Immortal Lee County Killers, stoner e garage, sprazzi di rockabilly e un po’ di sano divertimento. Non solo cupezza e disagio esistenziale, questo è un gruppo rock che sa anche esser spensierato e ‘leggero’. A volte troppo, però, e così i Navel pasticciano un po’ quando cercano di alleggerire eccessivamente le atmosfere (la pop – oriented “Keep Me Dry” e l’acustica e lagnosa “Blue World” sono due bei passi falsi), o quando cercano di far cozzare assieme troppi elementi differenti (Dressed In Satin).
Nonostante qualche ingenuità di troppo, un’ispirazione non proprio di prima mano e i passaggi a vuoto di cui sopra, “Frozen Souls” è debutto positivo, fragoroso e irruente al punto giusto. Potranno crescere in futuro, ma già da ora sono sulla strada giusta. Meritano una possibilità, anche due se siete nostalgici di Nirvana & friends.
Stefano Masnaghetti