[Alternative/New Wave] Frigidaire Tango – L’Illusione Del Volo (2009)
Milioni Di Parole – Normalmente Triste – Mescola Le Razze – L’Acqua Pensa – Natural Mente – Soffia – Distogli Lo Sguardo – Le Cose Capite – Poesia Di Luce – Paura Del Tempo – Preghiera – Tutto Niente Qualcosa – Dreamcity – New Wave Anthem
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Tornano, ad un ventennio di distanza dalla loro scomparsa dalle scene, i Frigidaire Tango, vecchie glorie della New Wave italiana. Lo fanno dopo un tour di reunion, di quelli che vanno tanto di moda negli ultimi anni, e con un disco di inediti, per dimostrare che in questi vent’anni saranno anche scomparsi, ma di sicuro non sono rimasti fermi.
L’Illusione Del Volo è un album multiforme, che, come suggeritoci dalla band stessa, vede come tratto d’unione fra i vari pezzi il cantato in italiano, una novità per i Frigidaire Tango che nella loro vita precedente avevano cantato sempre e solo in inglese. Si sa che cantare in italiano è difficile, si sa altrettanto bene, ce lo spiegano loro stessi, quanto questo potesse essere discriminante negli anni ottanta: chi cantava in italiano immancabilmente veniva categorizzato nella schiera dei cantautori, smettendo in un attimo di brillare della luce dell’underground. Si sa anche che le cose non sono più di tanto cambiate, in Italia, adesso, che la maggior parte dei gruppi ancora canta in inglese ed ancora la considera una marcia in più in vista dell’ ”esportazione”.
In quest’ottica l’esperimento di “tradurre” un genere così tanto anglofono come la New Wave, non può che essere interessante, anche se non pienamente riuscito.
I Frigidaire Tango hanno infatti il grosso limite di rimanere fin troppo ancorati alle loro origini, e ricordano un paziente in coma risvegliatosi improvvisamente in un mondo che non è più il suo: c’è la stessa ansia di interpretarlo ancora con gli stessi strumenti, siano essi le chitarre stratificate ed il massiccio uso dei sintetizzatori oppure le visioni multiculturali alla Battiato, o ancora una vena anticlericale e polemica che solo le vecchie glorie, spesso, hanno.
L’italiano dei testi, che dovrebbe essere il filo conduttore, finisce per risultare artificioso a volte, ed altre volte poco curato, offuscando le enormi qualità musicali che questo gruppo ha ed ha sempre avuto, e che ben risaltano in molti brani: Dead City ad esempio, poco cantato e molto elettronico, o l’introduttiva Milioni Di Parole, che nel finale diventa una complicata trama da tappeto persiano, fatta di sintetizzatori e chitarre distorte.
Il coma di Cazale e soci è stato lungo, il risveglio particolarmente difficile, e non possiamo che farci scendere una lacrima ascoltando quell’”inno di tutto ciò che è stato” che è la conclusiva New Wave Anthem, lunga ballata cantata usando i nomi delle band di quel periodo, imbevuta di una nostalgia densa e così tanto epica da rendere impossibile la commozione, per queste vecchie glorie con un piede e mezzo nel passato e mezzo piede nel presente che ci ricordano i bei vecchi tempi. Un cd di gente dei bei vecchi tempi per chi rimpiange i bei vecchi tempi, un bel cd, un cd di malinconie, tutto questo è L’Illusione Del Volo, a voi giudicare se sia abbastanza o no, per conquistarvi.
Francesca Stella Riva