Se non siete fan di Amanda Palmer smettete pure ora di leggere. Se siete fan di Amanda Palmer ma non siete australiani o neozelandesi, leggete a vostro rischio e pericolo. Se siete fan australiani o neozelandesi di Amanda Palmer questo disco fa per voi. Se siete fan australiani o neozelandesi e avete partecipato a qualcuno dei suoi concerti nelle vostre terre, questo è il disco della vostra vita.
L’album consta di 12 brani (comprensivi di 4 cover e un jingle della reclame della vegemite…) registrati un po’ in studio un po’ dal vivo durante il tour in Oceania. I pezzi inediti si dividono fra la decenza, vedi “Australia” e “In My Mind”, il farsesco, vedi “Vegemite (The Black Death)”, il cazzeggio estremo, “New Zeland”, e il già sentito, “Doctor Oz”.
Durante l’ascolto ci si sente imbarazzati. Certo, Amanda e il pubblico si divertono, ma minuti e minuti di cazzeggio e cabaret non rendono un disco degno di acquisto. Arrivati alla fine prevale solo un vago senso di presa in giro. La cantante dei Dresden Dolls continua a pubblicare qualsiasi porcata le venga in mente, come se il disco di cover dei Radiohead per voce e ukulele non gridasse ancora vendetta. L’impressione è che le idee stiano latitando o che la droga abbia avuto fortemente la meglio. Peccato.
Stefano Di Noi