Amos Lee si ripropone con il capitolo numero quattro della sua ancora breve carriera artistica. L’insegnate della Pennsylvania, abbandonati ormai i panni del bell’intellettuale di provincia al servizio delle giovani menti, si reincarna nel trentenne belloccio di ben altro fascino.
Il cantautore originario di Philadelphia si affaccia al suo quarto album con matura consapevolezza, sicuro di avere alle spalle una gavetta decisamente invidiabile. Nel suo palmares spicca il nome di Norah Jones, dalla cui collaborazione nel 2004 si staccò per intraprendere una carriera più autonoma.
“Mission Bell” è un prodotto in puro stile Amos Lee, composizioni fresche ed evocative che si affiancano a ballad più introspettive e dal sapore estremamente sintetico. Chitarra e voce che dialogano in solitaria, e che portano a concentrare l’attenzione unicamente nell’intimo dello stesso cantautore. La release nella sua interezza suona molto più matura e densa, grazie anche alla produzione ad opera di Joey Burns e John Convertino dei Calexico, i quali fanno da backing band in tutto il disco.
Alla realizzazione dell’album hanno collaborato inoltre ospiti del calibro di Lucinda Williams (“Clear blue eyes”), Sam Beam (aka Iron & Wine, in “Violin”), Priscilla Ahn (“Stay with me”), Pieta Brown (“Out of the cold”), James Gadson (“Jesus”) ed il leggendario Willie Nelson (“El camino reprise”).
Francesco Casati