[Electro Rock/Synth Pop] Kissogram – Rubber & Meat (2009)
Switching On The Machine (Intro) – The Deserter – Rubber And Meat – Tonight I’ll Go Out Alone – Prominent Man – Grass Grass Grass – Lucy – Bucharest – Nocturne No. 27 – Messiah – Backseat Of My Mind – Don’t Look At Me Like This
http://www.myspace.com/kissogram
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Il duo berlinese dei Kissogram è già attivo da quasi dieci anni, ha alle sue spalle una lunga teoria di uscite discografiche sotto le più svariate forme: EP, singoli, 7 pollici, compresi due album veri e propri. “Rubber & Meat” è il terzo lavoro sulla lunga distanza della band tedesca, che negli ultimi tempi sta attirando parecchio interesse su di sé. Non ultimo, quello dei Franz Ferdinand, che li hanno voluti come spalla nel loro tour europeo.
Sinceramente, tanto clamore mi sembra mal riposto. Almeno questo è quello che penso dopo aver ascoltato 35 minuti di bombardamento electro pop dalle venature wave, aggiornato però al gusto indie contemporaneo. Descrizione che potrebbe anche apparire interessante, ma i Kissogram ci mettono pochissimo del loro perché “Rubber & Meat” possa convincere davvero. O meglio, il tentativo di risultare ironici e dissacranti sia nei testi sia nella musica non va a buon fine. Soprattutto per colpa della seconda, che nella maggior parte dei casi si limita a riproporre il suono e le atmosfere degli anni Ottanta – come accade in “Backseat Of My Mind”, incrocio fra Kraftwerk e primi Depeche Mode, che, nonostante la buona volontà, sarebbe parso sorpassato anche nell’84 – occasionalmente rivisti e corretti da ritornelli indie rock che, però, suonano posticci e malfatti in quasi tutti gli episodi: è il caso del singolo “The Deserter”, oppure del pastiche electro dance della title – track. Non va meglio neppure quando si gioca con il funk da dancefloor di “Messiah” o con il minimalismo sciapo di “Grass Grass Grass”. Stupiscono invece “Bucharest” e “Nocturne No. 27”: la prima è una canzone dal sapore sintetico – orientale che riesce a divertire, mentre il secondo è un bizzarro pezzo di synth pop cameristico disturbato da rumorismi vari che, proprio per la sua originalità, suscita qualche interesse. Buono anche l’incalzare rock di “Prominent Man”, pezzo che avrebbe funto da singolo certamente meglio del già citato “The Deserter”. Per il resto, null’altro da segnalare.
“Rubber & Meat” è un disco davvero difficile da salvare. Troppa pochezza nelle soluzioni stilistiche, che si aggirano sempre sui medesimi canoni espressivi. Troppo riciclaggio di sonorità abusate. Troppa fretta di cercare il pezzo in grado di far ballare nei club. Il risultato è un lavoro che, pur contenuto nella sua durata, annoia già dal secondo ascolto. Nonostante una carriera piuttosto lunga, i Kissogram hanno ancora moltissimo da migliorare.
Stefano Masnaghetti