[Elettronica] Klaus Schulze Featuring Lisa Gerrard – Rheingold: Live At The Loreley (DVD) (2008) [DVD1] The Concert: Live At The Loreley 18th July 2008, Alberich – Loreley – Wotan – Wellgunde – Nothung
[DVD2] The Documentary: The Real World Of Klaus Schulze – The Interview: Steve Wilson Meets Klaus Schulze
http://www.klaus-schulze.com
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Doppio DVD celebrativo dell’incontro tra uno dei più grandi esponenti della musica elettronica degli ultimi quarant’anni e una delle voci femminili più significative degli ultimi venti. Questo è il succo di quanto accaduto il 18 luglio scorso a St. Goarshausen, località renana vicina alla rupe che prende il nome dalla mitica ondina Loreley, in occasione del festival “Night Of The Prog III”.
Come accaduto in “Farscape”, doppio album in studio uscito pochi mesi fa, la collaborazione con Lisa Gerrard si rivela salutare per l’ex “corriere cosmico” (definizione che, però, lui ha sempre rifiutato): dopo (troppi) anni nei quali l’estro creativo del compositore tedesco sembrava essersi eclissato definitivamente, gli ultimi dischi hanno dimostrato che all’artista è tornata la voglia di suonare per il semplice gusto di farlo, evitando le troppe banalità new – age che infestavano molti dei suoi lavori pubblicati nel decennio scorso. “Rheingold” non fa eccezione, e nei suoi momenti migliori recupera alcune suggestioni che avevano reso i suoi primi dischi solistici dei capolavori, nonché punto di partenza per innumerevoli declinazioni delle esplorazioni elettroniche a venire (non dimentichiamo il debito che, ancora oggi, qualsiasi musicista ambient ha nei confronti dell’ultimo movimento di “Irrlicht”).
Venendo al primo DVD, si nota immediatamente la regia spartana, priva di qualsiasi gesto spettacolare, ma sempre precisa e attenta nel riprendere Schulze mentre si confronta con tastiere di ogni tipo, sintetizzatori, moog e sequencer, elettronica analogica e digitale. In ogni caso è la musica ad essere spettacolare (ovviamente, prendete l’aggettivo in un senso molto ampio). “Alberich” esplode subito in vibrazioni cosmiche e futuribili, per poi decrescere in un lento sinfonismo sintetico – medievale e concludersi in una lunghissima escursione siderale supportata da continuum ipnotici: sembra di essere tornati alle atmosfere di “Cyborg” e di “X”. La successiva “Loreley” è il pezzo forte del concerto: su di un tappeto sonoro dalle chiare influenze classiche, con tanto di cori gregoriani che intonano l’Agnus Dei fluttuando nel vuoto, fa il suo ingresso sul palco Lisa Gerrard; i suoi vocalizzi da contralto non hanno perso il timbro misterioso che resero inconfondibile la musica dei Dead Can Dance. Per esaltare il carattere meditativo del suo timbro vocale, Klaus ogni tanto interrompe il flusso sonoro, creando stasi alternate a riprese del ritmo implacabile del sequencer, che sul finale del brano approda ad un’altra perorazione astrale. Dopo queste due gigantesche suite, che complessivamente durano più di un’ora, gli encore dello show sono nettamente più brevi e, a parte l’altro brano nel quale compare Lisa, “Wellgunde”, anche più modesti nei risultati: “Wotan” è selvaggia e agitata, ricorda i tempi di “Timewind”, ma nella conclusione sfodera un battito disco che è troppo simile alle disastrose derive commerciali in cui il tastierista è incappato negli anni Ottanta, e dello stesso difetto soffre anche “Nothung”. Poco male, perché i vertici toccati in duetto con la cantante australiana sono comunque di altissimo livello.
Meno interessante il secondo DVD, diviso in due macro – capitoli. La lunga chiacchierata (più di un’ora) tra Steve Wilson, leader e fondatore dei Porcupine Tree, e il Nostro contiene parecchi spunti degni di nota: si bada al sodo, si parla pochissimo di gossip ma, al contrario, ci si focalizza quasi totalmente sulla musica, e in questo ambito si toccano davvero tantissimi temi e artisti, iniziando da Tangerine Dream, Stockhausen e Steve Reich per terminare con uno scambio di battute sulle nuove tecnologie a disposizione dei musicisti. Le opinioni dei due possono essere discutibili, ma sono comunque divertenti da sentire. Ci si annoia davvero, invece, durante i quasi 60 minuti del documentario “The Real World Of Klaus Schulze”, basato unicamente sulle fasi di lavorazione di “Rheingold”, avvenuta nei Real World Studios di Peter Gabriel, e consigliata solo ai tecnici del suono ed ai fan più devoti del polistrumentista teutonico. Sarebbe stato meglio sfruttare il materiale audiovisivo (concerti, interviste, ecc.) che in quasi quarant’anni di carriera si è venuto formando, piuttosto che fossilizzarsi unicamente sull’ultimo lavoro. Tuttavia, nonostante queste pecche, il doppio DVD vale l’acquisto solamente per la musica contenuta nel primo disco.
Stefano Masnaghetti