Il progetto vede insieme, per la prima volta, Eraldo Bernocchi (ultimo disco come Obake) alla parte elettronica, il celebre pianista ambient e leggenda vivente Harold Budd, (ha collaborato, tra gli altri, con Brian Eno), e il chitarrista Robin Guthrie, fondatore dei Cocteau Twins. Un all star team praticamente. C’è da dire che Budd e Guthrie collaborano ormai dagli anni Ottanta (ascoltate la colonna sonora di “Mysterious skin” di Araki), e ormai hanno un loro percorso riconoscibile. In più Budd aveva già collaborato con Eraldo Bernocchi. Quindi per proprietà transitiva, l’inserimento del nostro campione non scompagina l’equilibrio musicale della squadra.
Registrato in Toscana, “Winter garden” non fa gridare al miracolo. Non perchè sia un pessimo risultato (anzi, il contrario), ma perchè è praticamente assodato, come l’ennesima vittoria “senza storia” del Barcellona di Guardiola. Non ci sono picchi, ma il disco ha una potenza ipnotica e suggestiva davvero notevole. Il giardino invernale descritto dai tre è pieno di malinconia e tagliato da un freddo secco. I brani scivolano estatici, precisi, raffinati, emozionati, dilatati.
Chiudo, portando un piccolo dato legato a Bernocchi. Ennesimo disco, altro centro.
Luca Freddi