Siete mai stati ad Harlem (NYC), ad assistere ad una delle interminabili, bellissime, coinvolgenti messe domenicali? Beh, se ci siete stati non lo avrete certo dimenticato. E’ questa l’atmosfera del cd Purple, di Fabrizio Bosso e del suo Spiritual Trio. Lo spiritual, infatti, è senza dubbio la musica più profondamente afro-americana che si conosca, perfino più antica del blues e, quindi, del jazz.
Voce degli schiavi essa è una specie di radice delle radici, con i suoi richiami alle storie bibliche di Mosè e del libro dell’Esodo, in perenne equilibrio tra consolazione e desiderio di libertà.
Il trio Bosso Marsico Minetto propone temi tradizionali, che affondano la loro origine nell’oscurità del tempo (This Little Light Of Mine, Sometimes I Feel Like a Motherless Child/Go Down Moses, Wade in the Water) affiancandoli a materiali più recenti (si fa per dire) come A Change Is Gonna Come che è un brano di Sam Cooke dei primi anni ’60 (qualcuno vide questo brano come la risposta “nera” al Blowin’ in The Wind dylaniano).
Il calore della tromba appassionata di Bosso si appoggia su un tappeto di piano e tastiere varie di Alberto Marsico (ma è soprattutto il suono ‘hot’ del Key-B Organ a caratterizzare la sua impeccabile azione) e sul drumming di Alessandro Minetto.
Qualche brano è riletto, ovviamente, in chiave più jazzistica con un’improvvisazione che si dimostra la naturale conseguenza di quest’energia primaria, ricca di feeling e, a tratti, di malinconia.
Però Purple del reverendo McClurkin è un po’ sfuggito di mano ai nostri eroi, con tanto di coro (il “Sunshine Gospel Choir”) che ad un certo punto sembrava di essere finti sul set di Sister Act. Meno male che il successivo A little 3/4 For God And Co., di Les McCann, suonato ad un ritmo infernale, rimette le cose in riga.
Un riflessivo Wishy Washy (annacquato?) di Alberto Marsico, introduce una nota di composta malinconia sempre molto ben interpretata dalla tromba di Bosso; stesso mood anche per Total Praise, di Bosso, in chiave esplicitamente liturgica ci accomiata, con un finale in crescendo. Un bel viatico per un cd che gli appassionati del genere non si lasceranno certo sfuggire.
Marco Lorenzo Faustini
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