Fiaba La Pelle Nella Luna

Fiaba La Pelle Nella Luna Recensione

Come solitamente avviene per gli album coraggiosi, anche “La Pelle Nella Luna” sarà ricordato come il disco della discordia. I Fiaba decidono di cambiare atmosfere, diventano oscuri, plumbei, lugubri e invece delle storie da “piccolo popolo” a cui ci avevano abituati, se ne escono con un concept sui lupi mannari. Complica ulteriormente la faccenda la decisione di non seguire una storia vera e propria (anche se alcuni brani sono in effetti collegati fra di loro), come se fosse una raccolta di antichi racconti provenienti da uno stesso villaggio il cui leit motiv sono i lupi, mannari e non.

Anche musicalmente le novità non mancano, da una parte abbiamo un’elettricità irrequieta, metallica e rabbiosa, dall’altra tanti momenti acustici e la voce di Giuseppe Brancato che si fa duttile come mai era stata in passato.

Purtroppo “La Pelle Nella Luna” non è esente da difetti, il maggiore è dato dal fatto che in alcuni dei momenti più irrequieti (vedi “l’Inquisito” e “Le Bestie Del Villaggio Di Ogre“) la parte musicale risulti troppo moderna (molto vicina a quanto proposto dai Fates Warning di “Disconnected“) e questo crei un evidente scollamento rispetto alla linea vocale.

Fortunatamente gli episodio meno riusciti sono bilanciati da alcuni dei migliori brani di tutta la carriera dei Fiaba quali “Le Due Nature“, “Morte Di Un Presunto Lupo Mannaro” e “Il Cerchio Della Morte“.

In finale quindi vanno fatti i dovuti complimenti ai Fiaba, nonostante un disco che soffre per alcune soluzioni non del tutto a fuoco, è encomiabile che degli artisti con una cifra stilistica personalissima e molto matura mettano tutto in discussione cambiando le carte in tavola in modo così profondo. Se già conoscete e amate il gruppo, questo disco lo divorerete come (e forse più) di come avete fatto con i precedenti, se però non sapete di chi stiamo parlando, forse è il caso di provare prima con dell’altro, ad esempio con “I Racconti Del Giullare Cantore“.

Stefano Di Noi

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