[Folk] Bob Dylan – Christmas In The Heart

[Folk] Bob Dylan – Christmas In The Heart (2009)

Here Comes Santa Claus – Do You Hear What I Hear? – Winter Wonderland – Hark The Herald Angels Sing – I’ll Be Home For Christmas – Little Drummer Boy – The Christmas Blues – O’ Come All Ye Faithful (Adeste Fideles) – Have Yourself A Merry Little Christmas – Must Be Santa – Silver Bells – The First Noel – Christmas Island – The Christmas Song – O’ Little Town In Bethlehem

http://feedingamerica.org/
http://www.bobdylan.com
http://www.sonymusic.it/

Su Dylan si dice (ed io stesso dico) sempre la stessa cosa, ma non c’è niente da fare, chi come me si ostina a dirla è semplicemente amico della Verità. La “cosa” in questione è che Bob Dylan non ha mai finito e mai finirà di stupire tutti noi che lo seguiamo amorevolmente e/o criticamente.

Mai Dylan finirà di creare seri problemi a quelli che cercano dai primi ’60 ad oggi di affibiargli un’etichetta qualsiasi. Io stesso nella mia recensione al suo ultimo album di inediti “Together Through Life”, parlando del brano “Shake Shake Mama” mi sono lasciato andare in un “Questo credo sia il tipico pezzo che Bob amerà eseguire dal vivo!” per essere poi inesorabilmente sbugiardato da Bob Dylan che, per ora, ha eseguito moltissimi brani dell’album (credo tutti…verificherò…) senza mai toccare “Shake Shake Mama”!
Ormai Bob ha raggiunto un livello tale da potersi permettere di fare ciò che vuole e di stupire anche chi, come me e molti suoi fan, si aspettano già di essere stupiti.

L’ultimo atto di questa bellissima storia assume il titolo di “Christmas in the Heart”, un disco di canzoni natalizie più o meno note il cui ricavato sarà totalmente devoluto in beneficienza a “Feeding America”. In fondo, a pensarci bene, non c’è niente di nuovo nè quindi di “rivoluzionario” in una scelta del genere: prima di Bob lo hanno fatto molti, moltissimi, da Johnny Cash a Elvis Presley per rimanere in terra USA.
Quello che “rompe” in questo caso è l’assoluta incompatibilità tra questo nuovo (bellissimo!) disco, la non attualità di dischi di questo genere, l’idea che l’opinione pubblica si è fatta oggi di Bob Dylan e soprattutto l’idea che si ha oggi, purtroppo, del Natale.
Non aspettatevi rielaborazioni eccessive, non aspettatevi significati nascosti ma aspettatevi significati profondi (anzitutto, chiaramente, quelli legati al significato cristiano della festività), chi vuole essere sorpreso dall’apparente assurdità del progetto sarà, come ovvio, ulteriormente sorpreso dalla “normalità” di questo riuscitissimo, tipico e atipico disco di Natale.
Certo le sorprese non mancheranno (ve ne rovino subito una, qui Bob canterà anche in Latino nel brano “Adeste Fideles”!) ma non è questo il tipico album del Menestrello di Duluth su cui è possibile (anche se spesso sbagliato) soffermarsi a parlarne, a valutare e a ricercare…questo è un disco che va semplicemente ascoltato, di cui va compreso lo spirito e che soprattutto va acquistato. E’ semplicemente un bellissimo disco contro la Fame e a favore del Natale.

I grandi artisti sanno riavvicinare coloro che li stanno ad ascoltare alle cose anche più “vuote” e “svuotate” com’è oggi questa festività, perchè sanno tirare fuori il senso più vero e profondo che va sempre al di là dell’apparenza e dello stesso senso cristiano della festività (in fondo è noto che il Natale esiste da ben prima della nascita di Gesù stesso in un certo senso anche il suo “spirito” ha origini immemori).
Ci riuscì Eduardo de Filippo col suo “Te piace ‘o presepio?” e a suo modo ci riesce Bob Dylan col suo “Christmas in the Heat”, Bob non ha dovuto scrivere un solo verso per riuscirci, perchè quello che conta e fa grande un artista è la capacità evocativa… basta ascoltare.

Paolo Bianchi

 

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